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Alassio, quando gli sposini fanno il record di promozione senza un euro di pubblicità

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Da Roma è arrivata una troupe di Rai 3. Per gli ‘sposini di Alassio’, Lella Fasano, 84 anni e Gianni Colombo, 75, nessuno forse immagina quale ricompensa meriterebbero per aver ‘promosso’ con il loro amore Alassio ‘città degli innamorati’. Il loro ‘sogno’, nato per caso, con San Valentino, immortalati davanti al celebre Muretto, ha fatto il giro d’Italia e non solo. In Europa, oltre continente. Quotidiani, riviste,  Tv. Se si trattasse di promuovere una località difficile stimare quanto costerebbe. Invece la loro storia è finita in trasmissione televisive popolari, sulle tre reti Rai, su quelle berlusconiane e come press agent volontario il fratello fotoreporter Silvio Fasano. Ed ora siamo ad una nuova puntata, l’augurio non sia l’ultima salute permettendo. Un traguardo da centenari. Leggi anche ad Alassio riunita la giunta nazionale della Resistenza cattolica ed autonoma.

Lella Fasano e Giovanni Colombo nella loro casa di Alassio rispondono alle domande della troupe televisiva di Rai 3

Era il 12 febbraio 2016 quando La Stampa pubblicava foto e articolo. “L’abito da sposa è pronto: bianco splendente, con lo strascico e le maniche in pizzo. C’è anche qualche fiore ricamato e la coroncina da principessa, perché quando l’amore si fa attendere 83 anni bisogna festeggiare con tutti i crismi, e chi se ne importa se l’età dell’innocenza è passata da un bel po’. Raffaela Fasano – col nome spagnoleggiante per via delle origini della nonna materna – stringe la mano di Gianni Colombo, 74 anni, il principe azzurro. Si sposeranno domenica, nel giorno di San Valentino, nella chiesa di Sant’Ambrogio ad Alassio: per lei è il primo matrimonio della vita; lui, vedovo da più di un anno, non trattiene le lacrime quando parla della felicità ritrovata. E’ stato un angelo a farli innamorare: non il Cupido della tradizione, ma una statuina esposta nella vetrina della pasticceria «La Riviera», che ha attirato l’attenzione del futuro sposo in una delle tante camminate solitarie che era solito farsi dopo essere rimasto vedovo: «Non so cosa avesse di tanto speciale – racconta – fatto sta che dovevo averla, e così sono entrato nel locale e l’ho comprata: mancavano pochi giorni al Capodanno e la ragazza che me l’ha venduta mi ha invitato a trascorrere la serata del 31 lì da loro, dicendo che avrebbe voluto presentarmi una persona. Quella persona era Raffaela».

AD ALASSIO LA GIUNTA NAZIONALE DELLA FIVL

A​d Alassio, per la prima volta, la riunione della Giunta Nazionale della FIVL, che portato in città le anime della Resistenza autonoma e cattolica.

​Presso l’Auditorium “Roberto Baldassarre” della Biblioteca Civica di Alassio, si è tenuta la riunione ​della Giunta Federale della Federazione Italiana Volontari della Libertà, l’organizzazione che fu fondata nel 1948 da figure come il gen. Raffaele Cadorna, Enrico Mattei, Mario Argenton, Aurelio Ferrando Scrivia ed Enrico Martini Mauri e raccoglie le numerose associazioni partigiane che si richiamano alla Resistenza autonoma,militare, liberale  e cattolica.
A ricevere i consiglieri, provenienti da molte regioni d’Italia, l’assessore Lucia Leone, che ha portato i saluti del sindaco della città ligure. Hanno partecipato all’incontro il Presidente della Federazione, Francesco Tessarolo, dell’Associazione Volontari della Libertà di Vicenza), il Vice Presidente Carlo Scotti, del Raggruppamento Autonomo Padano di Voghera, il Segretario Nazionale Roberto Volpetti, dell’Associazione Partigiani “Osoppo – Friuli” di Udine, nonché Paolo Rossetti, del Raggruppamento Divisioni Patrioti “Alfredo Di Dio” di Busto Arsizio, Gianfranco Cagnasso, presidente dell’Associazione Volontari della Libertà Liguria, Lino Pogliani, dell’Associazione “Brigate del Popolo” di Senago, Francesco Binotto, dell’Associazione Volontari della Libertà di Vicenza, Attilio Ubaldi, dell’Associazione Liberi Partigiani Italiani di Parma; in teleconferenza, ha partecipato anche il Vice Presidente Roberto Tagliani, dell’Associazione “Fiamme Verdi” di Brescia.
Ha organizzato l’incontro la Vice Presidente della sezione di Alassio della FIVL Chiara Spadoni. Il Presidente Quaglieni ha incontrato il giorno prima a Savona la Giunta ,non potendo partecipare ai lavori. Era anche presente Carlo Speranza, figlio del compianto vicepresidente Nazionale della FIVL Lelio Speranza, figura carismatica del Ponente Ligure,partigiano combattente decorato al valor militare.
Tra gli argomenti affrontati dalla Giunta, l’ormai prossima cerimonia di Beatificazione di Teresio Olivelli, figura centrale di quel mondo della Resistenza cattolica che la Federazione rappresenta e raccoglie nelle sue più articolate forme, e la preparazione del Consiglio Federale che si terrà nel Settantesimo Anniversario di fondazione della FIVL e che rappresenterà un’occasione importante non solo per rinvigorire le molte Associazioni che la compongono, ma anche per rilanciare i principi morali e le ragioni ideali che l’hanno ispirata.Il Sindaco di Alassio  Enzo Canepa ha espresso la soddisfazione di ospitare  nella perla del Ponente la Giunta Nazionale del FIVL con tanti autorevoli esponenti  della Resistenza.

Liguria bella e noi tassiamo i turisti. Perfetta follia per lo sviluppo alberghiero da sindaci miopi. Quel presidente che vende l’hotelE Melgrati: caro sindaco evita brutte figure

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Il presidente di Federalberghi (associata a Confcommercio) della provincia di Imperia, Igor Varnero, non ha smentito gli annunci di vendita del suo Nyala Suite Hotel, gioiello a 4 stelle sulle alture di Sanremo e che nel 2013 aveva ottenuto lo svincolo urbanistico. Con pragmatismo il numero uno degli albergatori della provincia di Imperia, al giornalista Andrea Fassione, ha risposto: “Siamo imprenditori, quando arriva la giusta offerta vendiamo”. Varnero non è un personaggio qualunque, è stato assessore al Turismo del Comune e c’è chi lo inserisce tra gli ‘autorevoli fratelli muratori’ di una solida loggia del ponente. Sulla Riviera dei Fiori si parla di almeno una trentina di hotel in vendita e non si tratta di gestione, ma dei muri. Non va meglio sulla Riviera delle Palme. Tra tutti si potrebbe citare lo storico Golfo e Palme di Diano Marina di un’apprezzata famiglia dianese imparentata con i Drago della De Agostini. A Bordighera, intanto, il consiglio comunale da l’addio all’hotel Savoy. E potremmo continuare. Leggi il comunicato stampa degli albergatori del comprensorio albenganese contro l’ipotesi di tassa di soggiorno. Leggi  l’appello dell’ex sindaco e futuro candidato sindaco ad Alassio, Marco Melgrati, architetto. Facciamo un salto di qualche centinaio di km, 408 per l’esattezza, a Merano e nella sua conca. Qui in basso nessuno, pare, può garantire la qualità dell’aria in certi periodo e certe giornate. I media, con qualche editore interessato al business alberghiero, tacciono. Ebbene se in Riviera è quasi una corsa a riuscire a vendere al meglio questa o quella struttura ricettiva (hotel tradizionali soprattutto, compresi quelli fronte mare) perchè fatti tutti i conti non è remunerativa, né la ripresa del turismo può tranquillizzare il futuro, in quella provincia, in quelle terre di montagna e di campagna, di mele e di vino che gareggia sulle guide italiane ed internazionali, è una vera e propria corsa a chi costruisce e realizza l’hotel più avveniristico, più moderno, più dotato di servizi.  E’ verissimo, in quella provincia non da oggi si paga la tassa di soggiorno, ma per far favore non c’è paragone con la Liguria di ponente: dal tasso di occupazione delle camere, alla quantità e qualità della spesa del cliente, al quoziente straniero, tedeschi, svizzeri, inglesi, alla stagione che ormai raggiunge 10 mesi all’anno e sono in maggioranza gli hotel che osservano un periodo di chiusura di  soli 30 – 40 giorni. Non sarà un caso se il plurimiliardario Silvio Berlusconi alla fin fine ha scelto Merano per la ‘Remise en forme’, già la terza volta nel 2017 e i giornali dell’Alto Adige fanno intendere che ‘cerca pure casa’. Pensando magari ai figli. Non è un caso se neppure ‘sottocosto’ (vedi il Royal Palace di Spotorno dove negli ultimi anni la famiglia Bertoglio aveva pure investito nel Centro benessere) nessuno si fa avanti per l’acquisto e non è il solo esempio a cui capita di assistere quando le vendite avvengono alla luce del sole. Non è un caso se si può leggere su La Stampa del 20 novembre scorso l’articolo di Stefano Maggi, ordinario di storia delle comunicazioni e dei trasporti all’università di Siena, in cui si ricorda che l’industria turistica avrà un futuro a patto che ci siano gli investimenti adeguati. L’Alto Adige ha creato un sistema integrato e ben funzionante del trasporto su gomma e di quello su ferro, dove sono messi insieme, con un unico sistema tariffario e con orari coordinati, bus di linea, funivie, funicolari (a decine), e treni regionali, ma anche la Lombardia, che ha messo insieme Trenitalia e Ferrovie Nord, per gestire il trasporto ferroviario in tutta la Regione. Il punto è che bisogna coordinare treni e Pullman e anche le metropolitane, così come le tranvie di superficie; fanno parte di questa visione. Nelle città, bisogna fare scendere la gente dalle auto e portarla in giro coi mezzi pubblici. Per farlo, però, questi devono andare più velocemente delle macchine. E’ anche una questione di salute pubblica.

Vogliamo creare le condizioni per un turismo solido, in salute, con il nostro sistema da 10 – 15 km di code per ogni week end al mare ? L’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi in visita in Liguria ha parlato di accelerare al massimo, prossimo obiettivo, il raddoppio Andora – Finale, dimostrando di essere male informato sulla realtà ferroviaria di quest’area e di quanto è accaduto da Andora a Sanremo con lo spostamento a monte. Nessuno immagina di lasciare le cose come stanno, ma ci sono esperti che senza conflitti di interesse e senza volpe sotto l’ascella, senza rincorrere il consenso elettorale, hanno posto alcune questioni per risolvere i problemi di viabilità, non solo su binari. La nostra Riviera offre ai turisti e ai residenti un’Aurelia semiparalizzata dal traffico da mattino a sera e come ha  messo in evidenza un medico di Noli siamo ormai arrivati all’inquinamento diffuso da polveri sottili, proprio conseguente all’elevato carico veicolare.

Renzi non ha parlato del ‘problemino’ , per lui, tassa di soggiorno, e neppure che non esiste solo il problema del raddoppio, c’è il tema per nulla secondario delle bretella ferroviaria Bastia d’Albenga – Garessio – Ceva. Intervento strategico dicono gli esperti, non i ciarlatani improvvisati dell’ultima ora. Il Nyala realizzato nel 1984 a poca distanza da due strutture di richiamo internazionale come il campo ippico ed il tennis club Solaro può far gola ad un palazzinaro piuttosto che ad un imprenditore alberghiero, una categoria che a quanto si vede continua a restare alla larga dagli investimenti nella ricettività tradizionale ligure. Il Nyala non può fare ‘scandalo’ perchè oggi la chiusura e la trasformazione di un hotel non fa neppure più notizia. Sono talmente tanti che siamo all’assuefazione. Eppure hotel significa indotto certo, costante, significa posti di lavoro che non possono essere sostituiti dalle tecnologie come accade nelle fabbriche, significa prospettive vere per i giovani che escono dalle scuole alberghiere molti dei quali, anzi la maggioranza, cambia lavoro oppure espatria. La mancanza di hotel in alcune località è drammatica, pensiamo solo a Ceriale, a Borghetto S. Spirito, pensiamo che in tutte le località costiere il numero delle agenzie immobiliari ha superato la quota degli alberghi. Il longevo sindaco e volpe della politica, Renato Zunino, di Celle Ligure, ha detto che “il settore è già fragile per la mancanza di strutture e non ha bisogno di colpo di grazia”. Nella lista dei favorevoli alla tassa di soggiorno figura il sindaco imprenditore Enzo Canepa di Alassio, qualcuno potrebbe chiedergli come mai sua moglie, figlia di un albergatore che nella baia era arrivato alla proprietà di tre hotel, ha preferito vendere e trasformare, lasciando il compito ad immobiliaristi mordi e fuggi. Al sindaco di Loano, Luigi Pignocca, si potrebbe chiedere perchè la famiglia di albergatori del ‘tutore’ Angelo Vaccarezza ha venduto e trasformato in alloggi i due hotel sul mare di cui erano proprietari. Qui non si tratta di rinfacciare l’incoerenza, si tratta di essere seri, onesti con la politica, con gli elettori. Da Varazze fanno osservare che mettere la tassa di soggiorno con i listini 2018 già pubblicati ed i contratti con le agenzie  sottoscritti, significa far pagare l’intera imposta alle strutture. C’è chi come il sindaco di Laigueglia, Franco Maglione, propone semmai una microtassa di pochi centesimi sull’ombrellone piuttosto che i pernottamenti alberghieri. Ma guai a toccare gli intoccabili ! Chapeau ! Il fatto che sindaci di destra e di sinistra siano uniti nell’imporre un balzello ‘ammazza alberghi’ che era stato abolito e che in questo contesto turistico – economico non sarà una Caporetto, ma l’ennesimo pastrocchio capace di fare più danni che benefici, denota due cose. Gli albergatori in quanto associati non hanno avuto la forza e la capacità di ‘pesare’, farsi ascoltare, sviluppare strategie vincenti. La deriva è iniziata quando la provincia di Savona ha fatto da capofila nella scissione, dalla Confcommercio a Confindustria, con presidenti molto sensibili a cariche ed interessi personali, amicali, e si sono visti i risultati complessivi. Non parliamo dei finanziamenti pubblici visto a dove siamo arrivati. Con presidenti di categoria che tenevano i piedi in più scarpe, qualcuno in sintonia con il mondo immobiliare ed edilizio, bancario, qualcun altro con quello della lobby vera dei Bagni Marini. In realtà solo il ponente ligure, con il presidente Amerigo Pilati, dimissionario di giugno 2016, ha avuto un coerente, tenace e coraggioso rappresentante di categoria, tra i primi a battersi, ad esempio, per lo scandalo degli affitti in nero di alloggi, tema poi diventato popolare. Tra i primi, documenta la rassegna stampa, a lanciare segnali di allarme con le trasformazioni. Evasione diffusa, meglio tardi che mai, ma siamo ancora alle quisquilie. La corsa al nero è di massa nelle seconde case. Si potrebbe concludere che la politica avendo come controparte un ‘debole’ lo tratta senza troppi riguardi. E  c’è chi si pone ormai l’obiettivo dello svincolo urbanistico, tenersi buono chi conta. Si può chiudere l’azienda e provare che non è redditizia. Siamo arrivati all’ultima follia di chi crede di far cassa tassando il settore ed il tessuto più fragile e martoriato. E non si dica per favore che lo si fa per incentivare turismo e turisti. Per il bene degli albergatori irriconoscenti, irriducibili. Ci vuole bel altro che la tassa di soggiorno sonnifero. (L. Cor.) COMUNICATO STAMPA DA ALBENGA

Alessandra Segre Zunino presidente dell’Associazione Ingauna Albergatori

Dal momento che i Sindaci di molti comuni liguri si stanno attivando per introdurre la tassa di soggiorno nella propria località, e tra questi anche il Sindaco di Albenga con la sua Amministrazione, la nostra Associazione ribadisce il nostro “NO” a questa nuova imposizione che non aiuta certo il turismo, e che potrebbe creare nel viaggiatore un freno nella scelta della propria destinazione per le vacanze, paragonata alle città della vicina Francia. Ormai siamo in un mercato globale e i confronti non si effettuano all’interno del proprio territorio circoscritto o della propria nazione, ma in virtù di ciò che il mercato offre in termini di economicità, bellezza del prodotto, opportunità di divertimento, sicurezza della destinazione, purezza delle acque marine. La Spagna e la Francia hanno investito molto nel mercato turistico ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti, mentre in Italia – nonostante si faccia un gran parlare di attrazioni locali, musei e monumenti – non viene ancora attuata una seria politica turistica. I turisti dovrebbero essere accolti come risorsa per il territorio. Purtroppo, le amministrazioni comunali sono sempre alla ricerca di nuove entrate e intravvedono nell’applicazione della nuova tassa di soggiorno una fonte di reddito, senza riflettere che se pubblicizzassero la propria città con lo slogan “i turisti sono ben accolti qui in Liguria e per loro non imponiamo una tassa”, probabilmente otterrebbero una promozione turistica senza uguali, con risvolti economici ben più alti. Il turismo enogastronomico ed il turismo culturale possono diventare un settore trainante per l’economia di Albenga, ma gli operatori turistici devono essere aiutati ed incentivati ancora ad investire nelle proprie strutture per proporre un’offerta turistica che sia di qualità sempre maggiore – così come il mercato chiede – ed ambire ad ottenere sempre classificazioni più alte. Il Comune di Albenga potrebbe fare la differenza rispetto a tutte le altre cittadine limitrofe e proporsi come modello virtuoso di accoglienza turistica, decidendo di non imporre la tassa di soggiorno, e migliorando la propria offerta locale. Inoltre i frequentatori delle strutture alberghiere ingaune – che ricordiamo sono aperte durante tutto l’arco dell’anno – sono per la maggior parte persone che scelgono Albenga per lavoro, e portano benessere senza “usare il territorio”, per citare un’espressione usata dai Sindaci per giustificare le proprie scelte. Ci auguriamo che un ripensamento sul futuro di Albenga venga fatto da chi ha in mano le chiavi e le sorti della Città.

Alessandra Segre Zunino, Associazione Ingauna Albergatori

Tassa di Soggiorno: solidarietà agli albergatori di Alassio. Il Sindaco Canepa ci ripensi.

Marco Melgrati, vicecoordinatore regionale di Forza Italia e Presidente di Politica per Passione: questa “gabella” sarebbe un danno incalcolabile per gli albergatori, e non risolverebbe i problemi del turismo di Alassio!

Premesso che non contesto assolutamente la decisione della Regione di aver introdotto la possibilità di applicare la tassa di soggiorno, e anzi, in territori come quello della città di Genova, dove le principali strutture alberghiere sono in mano a gruppi alberghieri internazionali, e la tipologia di turismo è assolutamente diversa, questo può essere una opportunità, contesto con vigore l’introduzione della tassa di soggiorno nei Comuni del ponente savonese. Ho già manifestato nel passato la mia contrarietà non alla disposizione Regionale, ma bensì al fatto che il sindaco della mia città, come quelli di altre città della provincia di Savona, abbiano deciso di applicare questa tassa.

Bene ha fatto l’amministrazione del Comune di Alassio ad aderire al “Patto per lo sviluppo strategico del turismo”, predisposto dalla Regione Liguria, condividendo  la disponibilità del Comune di Alassio a partecipare a progetti, anche sovracomunali, di sviluppo e promozione turistica del territorio, finanziandoli, previa verifica e confronto nel merito con gli operatori economici di Alassio.

Diverso è applicare la tassa di soggiorno, ancorchè per i soli mesi estivi. Oggi sarebbe un danno economico per gli albergatori, che hanno già chiuso i contratti con i Tour Operator con prezzi stabiliti, firmato contratti, preso acconti da clienti su soggiorni del prossimo anno a prezzi già concordati, come nel caso dei Residence, dove le prenotazioni si fanno un anno per l’altro, stampato listini prezzi senza considerare l’introduzione della tassa di soggiorno. E lo dico da albergatore, anche se questa non è la mia attività primaria.

E la “alzata di scudi” degli albergatori di Alassio, con la convocazione degli associati prevista il giorno di Lunedì in consiglio Comunale, per testimoniare la contrarietà a questa nuova “gabella”, dovrebbe far riflettere il sindaco di Alassio sull’opportunità, a pochi mesi dalle elezioni comunali, dell’applicazione di questa tassa. Come dovrebbe far riflettere il fatto che Sindaci di comuni limitrofi (Laigueglia per esempio) abbiano deciso di non applicare questa tassa iniqua e dannosa.

Invito quindi il sindaco Canepa, l’amministrazione e soprattutto gli albergatori presenti in Consiglio a ritornare indietro su questa decisione. Farebbero solo bella figura!

Marco Melgrati, Alassio, 01.12.2017

E A BORDIGHERA ADDIO ALL’HOTEL SAVOY CURA CON APPARTAMENTI DA SECONDE CASE

Garessio 2000 aspetta e spera: gara da rifare, una sola offerta ma per il Comune è ‘viziata’

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Per i media del cuneese doveva essere la gara della svolta perché erano stati individuati due potenziali gestori per far rivivere il cadavere di Garessio 2000. Se le disgrazie della concorrente per antonomasia, Monesi sciistica, potrebbero avere carattere provvisorio, non per questo meno drammatiche sul tessuto economico dell’Alto Tanaro e Alta Valle Arroscia, il ‘caso Garessio’ può essere da manuale e materia di studio per laureandi. Qui non siamo in una frazione o in un borgata appesa tra due province. Garessio è la capitale quanto a popolazione e quel che  resta delle industrie di valle. Garessio 2000 forse la fotocopia di quanto sta accadendo e meriterebbe di essere approfondito, più in generale nell’economia e mancato sviluppo del comprensorio garessino. Nella crisi, pare irreversibile, in cui è finita la montagna cuneese e ligure. Nell’assenza di iniziative ed investimenti forti soprattutto pubblici

Garessio 2016 alluvionata durante l’intervista al ministro Costa ora ex e al presidente della Regione Piemonte Chiamparino

Si è rimasti seduti e non si è avuta la forza, il coraggio, la capacità di raccogliere la sfida di qualche imprenditore che, a Garessio, aveva chiesto di investire. E lo riveleremo in un prossimo numero perchè si tratta di una storia taciuta dai media e paradossale. Come resta paradossale quel che ruota all’interno delle Fonti San Bernardo, non ci riferiamo alla nuova società di acque minerali con valenza nazionale, ma alla frattura all’interno di una famiglia che gestisce le fonti. Con quali benefici, effetti pratici per la comunità, per l’industria termale e vacanziera ? Cosa è accaduto in questi anni ?

Garessio 2000, secondo quanto scritto, doveva ripartire; lo scrollone  di Striscia La Notizia con il servizio di Luca Galtieri, alassino come il ‘papà della trasmissione’ Antonio Ricci, aveva destato un certo scalpore. E di recente l’inviato di Striscia ha raggiunto anche la martoriata Monesi.

Sulla base di una proposta del Comune elaborata dall’arch. Marco Zemmi si avviavano le procedure per l’affidamento in concessione della gestione degli impianti sciistici, di proprietà comunale (Garessio 2000) per le stagioni 2017 – 18 e 2018- 19.  Si era scritto dell’interesse di due operatori, poi è calato il silenzio. Il Comune, a leggere un comunicato stampa pre gara aveva di fatto spalancato tutte le porte per la valorizzazione  degli impianti sciistici ancora usufruibili, fino ad ipotizzare il proposito comunale  a concorrere alla partecipazione di bandi e programmi regionali di finanziamento volti alla riqualificazione del comprensorio.

Dalla determina dirigenziale del Comune si apprende che alla gara ha partecipato un solo soggetto che però non ha sottoscritto un ‘vincolo’ importante per il Comune (il capitolato 5). Da qui concorrente escluso che però potrebbe rivolgersi al Tar trascinando il Comune in una causa di cui nessuno sente il bisogno. E manco a dirlo forse bisognerà attendere tempi migliori e quell’impegno per la ‘montagna in crisi’ di cui queste aree cuneesi sono afflitte, rispetto ad altri zone della provincia dove tira un turismo di qualità, basti pensare ai 15 ristoranti stellati Michelin, record nazionale per una provincia e che denotano la disparità tra aree e comprensori. Ma è anche un sonoro schiaffo a quella Riviera del mare, della speculazione immobiliare con prezzi alle stelle, con il vento in poppa ai Bagni Marini e che in provincia di Savona deve accontentarsi di 5 stellati, Imperia di 6. Ancor meno Genova e La Spezia con il paradiso naturale della bellissime e carissime Cinque Terre. E nel comprensorio di Garessio nessun stellato, ma neppure citato nella prestigiosa guida internazionale. Ci sarà pure un motivo!

I tre volti di Monesi: chi chiede conto del compleanno alluvione, chi canta già la rinascita e chi ricorda i brigaschi

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I volti chiaroscuri delle due Monesi ad un anno dal disastroso alluvione ? C’è chi non demorde e col rigore del buon padre di famiglia non si stanca e si preoccupa di chiedere conto alla burocrazia, al Comune, alla Provincia e alla Regione degli impegni presi, dello stato dei lavori, ma anche delle non risposte a precise richieste. E’ il caso di Rinaldo Sartore, sanremasco, conosce Monesi dove ha acquistato un ‘teccio’ dagli anni settanta. C’è uno studioso di storia locale che ricorda Monesi di Triora e la realtà brigasca. Infine una giornalista sempre attenta ed introdotta nella cronaca dell’Alta Valle Arroscia. Milena Arnaldi semina ottimismo, fiducia e nel suo ultimo articolo, da Mendatica, fa parlare l’ingegnere edile Maria Ramella, vice presidente della Cooperativa  Brigì che dice: “Quest’anno, per noi, è stato un anno di rinascita”. Come dire i giovani sono dalla parte di chi vede un futuro roseo. Non deludiamoli !

Spett. redazione, leggo sempre con molto interesse i vostri articoli su Trucioli. Mi complimento soprattutto per l’attenzione con cui curate la ‘questione Monesi’. Anche il giornalino di cui sono vice direttore , Le Stagioni di Triora, ha dedicato un articolo in prima pagina alla triste vicenda.

Sandro Oddo scrittore e studioso a Triora di storia brigasca

Approfitto dell’occasione per segnalarvi alcune inesattezze sulla “terra brigasca”. In primis, preciso che l’ex comune di Briga Marittima (Cuneo), in seguito al Trattato di Pace del 1947, è stato smembrato come segue: il capoluogo, con Morignolo, è diventato comune di La Brigue. Piaggia, Upega e Carnino sono stati riuniti nel nuovo comune di Briga Alta, mentre Realdo è passato sotto Triora. Viozene e Verdeggia non sono mai appartenuti a Briga Marittima. In particolare Verdeggia è sempre appartenuta a Triora, quindi è quanto meno improprio affermare che si tratti di “terra brigasca”. Verdeggia è stata fondata attorno al 1620 dalla famiglia Borelli di Triora, che in seguito ha assunto pastori e contadini di Briga Marittima. Le consuetudini dei due paesi, Realdo e Verdeggia, sono molto simili, anche il dialetto, il brigasco, che tuttavia non è una lingua occitana come si afferma comunemente, ma un ostico dialetto ligure alpino (lo hanno classificato così i linguisti più accreditati, fra i quali Fiorenzo Toso e Werner Forner). Tale affermazione non sminuisce affatto il carattere e l’unicità di tale dialetto e della “cultura” brigasca. Comunico questo non per polemizzare ma per portare a conoscenza di una realtà di fatto.

Con i migliori saluti. Sandro Oddo da Triora*

*Tra i fondatori della Pro Triora Editore, Sandro Oddo cura anche la rivista ‘Le Stagioni di Triora‘, di cui è vice direttore; collabora a riviste di carattere culturale. Ha completato la propria preparazione presso l’Istituto Internazionale di Studi Liguri di Bordighera.

Risponde trucioli.it –  Non abbiamo scritto che Viozene fosse una frazione del comune di Briga Marittima….  Quanto alle presunte “inesattezze” potrebbero avere un senso se il sig. Oddo si riferisce alla terra brigasca” quale esclusiva componente fondiaria- amministrativa del solo ex comune smembrato di Briga Marittima. Ma non è così: per territorio brigasco si intende quello allargato degli otto abitati: La Brigue, Morignole, Verdeggia, Realdo, Upega, Piaggia, Carnino e Viozene. Nella cartina  “ufficiale” della associazione “A Vastera” il territorio brigasco vero e proprio ha appendici anche in Val Vermegnana verso Limone Piemonte e in Valle Ellero verso Roccaforte Mondovì e in Val Roja verso Tenda. D’altra parte la cultura brigasca ha una forte radice “pastorale”; gli alpeggi di  prossimità e di relazione erano (e sono) anche in quei comuni, pur senza loro centri abitati.

Tra i più attivi brigaschi a Monesi di Triora merita un pensiero l’ex sindaco Guido Lanteri e la sua famiglia, dapprima quali gestori dell’albergo Redentore e poi titolari del Bar Vittoria, per un glorioso periodo curavano inoltre con un rifornito negozio di alimentari, anche con prodotti e piatti preparati alla casalinga. Per la gioia e la comodità dei vacanzieri delle seconde case che per le casse comunali di Triora significano un introito, mai smentito, di 50 mila € l’anno di Imu. I Lanteri di Piagga famiglia benemerita e che tanta parte ha avuto negli anni d’oro di Monesi turistica sia nella stagione estiva, sia invernale. E che per tre generazioni hanno operato e ‘lottato’ con dignità e spirito di sacrificio, spesso in solitudine. E certamente non sono stati gli unici a resistere finchè hanno potuto, basti pensare a Elisio Pastorelli. Un benemerito con la B maiuscola.

MONESI, IL DANNO DA ALLUVIONE HA COMPIUTO UN ANNO E CRESCE BENE di Rinaldo Sartore

Rinaldo Sartore vive a Sanremo è tra gli alluvionati di Monesi di Mendatica che non si rassegna ai tempi lunghi della burocrazia e combatte contro la malapolitica

E’ trascorso il primo anno dalla tragica alluvione che ha semidistrutto Monesi di Mendatica,  cancellato un tratto della strada provinciale 100 di Monesi, chiuso al transito il ponte sul rio Bavera e condannati all’isolamento Piaggia, Valcona Soprana e Valcona Sottana, località Secae e Salse oltre agli impianti sciistici di Monesi di Triora. Volendo elencare i titoli degli annunci, proclamati dagli amministratori del Comune di Mendatica, Provincia di Imperia, Regione Liguria e riportati, taluni ripetuti più volte sugli organi d’informazione, non solo locali, si riempirebbero diverse pagine. Se poi mettessimo a confronto i termini delle promesse, dettagliate nei citati annunci, con lo stato attuale e oggettivo delle rispettive attuazioni, verrebbe svelata una impietosa situazione fallimentare dai contorni, per alcuni aspetti, più gravi della fatalità. L’alluvione è inevitabile ma forse nel caso di Monesi si sarebbero potute scongiurare o limitare le conseguenze; di certo dal giorno dopo si sarebbe dovuto agire con i fatti.

E la cruda realtà è che: a- La risposta del governo nazionale alla richiesta della regione Liguria di dichiarare lo stato di calamità naturale, dopo 365 giorni, non è ancora giunta. b- I carotaggi sono iniziati con 150 giorni di ritardo rispetto alle previsioni e terminati a fine estate! dopodiché il nulla. c- La deviazione alle spalle della frazione di Monesi di Mendatica, poco meno di un chilometro, per ricollegare la s.p. 100 è ancora in attesa della prima pietra  . d- Il ponte sul rio Bavera, già monitorato da tempo, è rimasto in passiva osservazione sino alla fine di agosto quando con una ordinanza congiunta delle province di Cuneo e Imperia, il 5 settembre 1917 è stato improvvisamente chiuso al transito non solo di qualsiasi veicolo, ma anche dei pedoni. Prendendo a prestito la frase di un noto e brillante perdente di successo, le chiacchiere stanno a zero.

Perché si è atteso la fine dell’estate? “A causa della burocrazia” è la risposta-alibi per placare gli animi. Ma quella mostruosa burocrazia chi ce la impone? Chi ha assegnato le priorità? Chi ha deciso il susseguirsi di sopralluoghi, riunioni, conferenze stampa, ripetuti annunci di stanziamenti; tra i quali quello dei 500mila euri è stato ripetuto almeno tre volte quasi i fondi fossero pari a un milione e mezzo?

Da queste pagine rivolgo due semplici domande all’assessore regionale Giacomo Giampedrone: per quale ragione non ha mai risposto alla lettera che il sottoscritto gli ha trasmesso il 9 gennaio 1017, con la richiesta di chiarimenti al riguardo di una dichiarazione, attribuita allo stesso assessore, e riportata in un articolo giornalistico del 8 gennaio 2017 dal titolo: “La piccola Svizzera di Liguria verso una morte annunciata”. La seconda domanda è per quale motivo non è stata data alcuna risposta neppure alla richiesta del firmatario di quella lettera, che in data 8 settembre ’17 chiedeva “ai sensi dell’art.5 legge 241/90, chiedo di conoscere il nominativo del responsabile del procedimento..” il tutto con l’aggravante che la prima lettera non è stata firmata a titolo personale, ma nella veste di presidente di una associazione no-profit di promozione turistica con sede a Monesi di Mendatica. Il dubbio, che non nascondo, è che i signori politici abbiano fatto una valutazione fortemente condizionata dal numero degli elettori residenti nell’alta Valle Arroscia. Spero sinceramente che la mia tesi sia priva di fondamento in quanto se così non fosse ci troveremmo di fronte ad un atteggiamento tragicamente miope. Oggi, per attrarre importanti masse di turisti, occorre un’offerta ricca, ampia e varia. Credo che le bellezze costiere siano complementari a quelle dell’entroterra –o meglio, entrocosta– così come le peculiarità del nostro entroterra coronano e completano quelle del litorale. La fascia “dai delfini agli ermellini” potrà attrarre crescenti masse di turisti solo se vi sarà un coordinamento e una offerta turistica di tutto il nostro magnifico territorio.

Presidente Toti, Lei che ha magistralmente e simbolicamente collegato, con il chilometrico tappeto rosso, le stupende località della costa del levante ligure, non lasci morire Monesi. Se non sarà fatto anche l’impossibile, tutta l’economia della provincia d’Imperia, già tanto provata, subirà ulteriori, enormi danni. E in quel caso la Sua giunta non perderà solo qualche centinaio di preferenze.

                                                                                                              Rinaldo Sartore

Milena Arnaldi giornalista del Secolo XIX di Imperia

Il futuro di Monesi ? La giornalista Milena Arnaldi, tra le meritevoli della cittadinanza onoraria di Mendatica, vede  un ‘raggio di sole’ e racconta l’impegno dei giovani della Cooperativa Brigì che nell’anno della disastrosa alluvione parlano  di ‘un anno di rinascita‘ e ‘di innovazione proiettati verso il futuro’. C’è da dire che non è la sola voce femminile imperiese che alimenta la corrente di pensiero dell’ottimismo, della fiducia. C’è chi lo fa impegnandosi in prima persona e vive la tragedia sulla propria pelle (proprietari di case da un anno impossibilitati ad abitarle) e chi ‘batte le mani’, incoraggia con la penna, computer, seduti alla scrivania. C’è chi ha scelto di investire a Monesi e nelle frazioni ora isolate, di non vendere, di pagare tasse al Comune (Imu, prima Ici, Tari e Tasi). E chi si sforza di promuovere il territorio, incoraggiare i meritevoli attraverso l’attività giornalistica con un occhio attento magari a non infastidire troppo gli enti a cui compete fare sinergia e cinghia di trasmissione dello sviluppo della Valle e dei monti, con interventi intelligenti e non semplici palliativi, con un’informazione corretta verso gli operatori, con l’affrontare le problematiche vere del territorio e dei suoi abitanti. Non dover rinvangare a distanza di decenni clamorosi fallimenti socio economici e promesse disattese. Spopolamento certo e costante, poche opportunità di sopravvivenza per le giovani leve. A volte sarebbe utile dare voce a persone che hanno amministrato e, pur senza la gran cassa mediatica, studiano le dinamiche e inascoltati propongono strategie con l’ottimismo della ragione. Non si limitano insomma a fare da notai o giullari del potere di turno, del presidente di turno. Si legga cosa ha scritto di recente il dr. Gianfranco Benzo, già sindaco di Ormea, ma non solo (vedi……)

Comunicato stampa – Circa un anno fa, il 24 novembre 2016, i Comuni di Mendatica e Rezzo nell’entroterra di Imperia e nel Parco Alpi Liguri furono travolti da un forte evento alluvionale che li mise in ginocchio.

Oggi, i ragazzi della Cooperativa di Comunità Brigì di Mendatica guardano avanti con un video che vuole essere un riassunto di questo anno difficile, ma anche ricco di speranza e desiderio di continuare a perseguire un sogno.

Il video è anche un’occasione per ringraziare tutte le persone, le aziende e le associazioni che hanno aiutato la Cooperativa e la comunità a ricominciare, non lasciandoli mai soli e permettendo, anche grazie ad aiuti consistenti, di ripartire e di continuare a progettare un futuro per il territorio.

Da subito tutta la comunità si è rimboccata le maniche e ha lavorato sodo per recuperare in tempi brevi: è stato un anno istruttivo nel quale sono nate iniziative, che continuano tutt’ora, come #replaymonesi, frutto di collaborazioni e contaminazioni tra attori diversi ma tutti legati al territorio.

Ripartire e pensare ad uno sviluppo futuro quando il proprio territorio viene spaccato e travolto da acqua e frane, quando un’intera cultura, quella della civiltà delle malghe, sembra sgretolarsi pian piano (molte malghe non sono più raggiungibili da Mendatica) è difficile, ma quest’anno, grazie al sostegno di molti, si è rivelato comunque un anno di rinascita e innovazione.

Link al video: www.youtube.com/watch?v=kCOGoHm7UdQ&t=8s

A Pieve di Teco premiata la ‘regina del miele’ in Liguria: 3 api d’oro a Gabriella di Taggia, 107 promossi dei 141 campioni di apicoltori

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Per il Parco Alpi Liguri è stata premiata l’apicoltrice Gabriella Oliva di Taggia, con apiari nel Comune di Triora: il suo miele di millefiori ha ottenuto 3 api d’oro (il riconoscimento massimo) dalla giuria organolettica. Si è conclusa domenica 26 novembre al Teatro Rambaldi di Pieve di Teco, alle porte del Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri, l’edizione 2017 del Concorso “Mieli dei Parchi della Liguria”,dedicato agli apicoltori con apiari situati sul territorio dei Comuni facenti parte delle aree protette liguri.

Quest’anno il concorso, che si svolge ogni anno dal 1999, ha avuto come capofila il Parco Naturale Regionale Alpi Liguri, che ha gestito la segreteria organizzativa e ha ospitato appunto la giornata conclusiva, per premiare l’eccellenza delle produzioni regionali ma anche aggiornare addetti ai lavori e profani sul presente e sul futuro dell’apicoltura in Liguria.

Il convegno “L’apicoltura oggi e domani in Liguria” si è rivelato infatti un ottimo incontro di competenze, grazie alla partecipazione di validi esperti del settore: dopo i saluti iniziali del Presidente del Parco Alpi Liguri Giuliano Maglio e del Vicesindaco del Comune di Pieve di Teco Angelo Casella, i lavori sono stati introdotti da Franco Formigoni (Settore Politiche Agricole e Pesca – Regione Liguria), che ha riportato anche gli aggiornamenti più recenti sulle normative e i bandi destinati agli apicoltori.

A seguire, gli interventi tecnici: Martino Firullo (Tecnico ALPA Miele) ha parlato dell’apicoltura alla luce dei cambiamenti climatici, Fabrizio Zagni (Tecnico Apiliguria) è intervenuto sugli ultimi esperimenti e studi nella lotta alla Vespa velutina, Cecilia Costa (CREA API – Bologna) ha portato il suo prezioso contributo in merito agli studi sulla biodiversità nel nostro Ponente ligure, con particolare riferimento al mondo delle api.

Le Associazioni Apiliguria (con il Presidente Alberto Tognoni) e ALPA Miele (con la Presidentessa Marina Consiglieri) si sono poi messe a disposizione di tutti i presenti per il dibattito, che si è rivelato interessante e acceso.

Il convegno è terminato con la consegna degli attestati agli apicoltori per i mieli vincitori, grazie alla presentazione e all’animazione di Roberto Costa (FEDERPARCHI Liguria), e con il buffet finale Miele e prodotti del territorio” allestito dal Catering Le More di Arnasco  all’ultimo piano dell’adiacente ex-caserma Borelli.

Dei 141 campioni di miele consegnati dagli apicoltori partecipanti all’edizione 2017, 107 sono stati premiati e hanno ricevuto un attestato con 1, 2 o 3 api d’oro in base alla qualità.

I mieli provenivano da quasi tutte le aree protette della Liguria: Parco Alpi Liguri, Parco Antola, Parco Aveto, Parco Beigua, Parco Montemarcello-Magra-Vara, Parco Portofino, Parco Cinque Terre. Molte anche le varietà, indice della molteplicità di climi e della biodiversità delle aree protette della nostra Regione: oltre al castagno e al millefiori, di gran lunga predominanti, sono stati proposti anche mieli di acacia, ciliegio, erica, melata, rovo, tiglio timo.

Il Parco Alpi Liguri ringrazia tutti coloro che hanno partecipato a vario titolo al concorso, in particolare:
– la Regione Liguria, per i finanziamenti che hanno reso possibile l’organizzazione dell’intero evento;
– le aree protette liguri che hanno partecipato con i loro apicoltori (Parco Regionale Antola, Parco Regionale Aveto, Parco Regionale-UNESCO Global Geopark Beigua, Parco Regionale Montemarcello-Magra-Vara, Parco Regionale Portofino, Parco Nazionale Cinque Terre);
– gli apicoltori dei Parchi liguri;
– il Laboratorio Regionale per le Analisi dei Terreni e delle Produzioni Agroalimentari di Sarzana (SP) e il Dott. Stefano Pini per le analisi chimico-fisiche;
– il Presidente di Giuria Signor Carlo Gaggero, fondatore e anima del concorso, per il prezioso supporto durante tutti i mesi di organizzazione e la regia svolta nel corso delle analisi organolettiche;
– gli assaggiatori iscritti all’Albo Nazionale degli esperti in analisi sensoriale del miele per le valutazioni organolettiche;
– il Centro di Educazione Ambientale del Parco Regionale Montemarcello-Magra-Vara, organizzatore dell’edizione 2016, per il passaggio delle competenze e gli utili consigli;
– le Associazioni Apiliguria (in particolare la sezione di Imperia e Nuccio Lanteri) e ALPA Miele per la disponibilità e la partecipazione;
– la Cooperativa Sociale Hesperos di Imperia, per il supporto nelle pratiche di segreteria;
– il Comune di Pieve di Teco, che ha concesso gli spazi per l’organizzazione del convegno finale;
– i relatori ed ospiti del convegno: Franco Formigoni (Settore Politiche Agricole e Pesca – Regione Liguria), Martino Firullo (Tecnico ALPA Miele), Fabrizio Zagni (Tecnico Apiliguria), Cecilia Costa (CREA API – Bologna), Alberto Tognoni (Apiliguria), Marina Consiglieri (ALPA Miele), Roberto Costa (FEDERPARCHI Liguria);
– il Catering Le More di Arnasco (SV), il negozio Il Glicine di Pieve di Teco (IM), l’apicoltrice Gabriella Oliva di Taggia (IM), l’Agriturismo Al Santuario di Rezzo (IM), l’Azienda Agricola Liguria da Gustare di Dolceacqua (IM), l’Azienda Agricola-Cantina Paolo Deperi di Ranzo (IM), la Società Cooperativa COSEVA di Camporosso (IM), la Ditta F.lli Marchisio di Pieve di Teco e la Tipografia Nante di Imperia per i materiali promozionali, l’organizzazione del pranzo, la fornitura di prodotti locali, l’allestimento della sala.

Sanremo, i vigili e il codice della stradaTolleranza troppa, pericoli tanti, ecco le foto

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Sanremo e l’educazione stradale, la tolleranza a parcheggio selvaggio. C’è un auto, un motoveicolo sulle strisce, in divieto, in curva,  sul marciapiede. Un pericolo all’incolumità delle persone, una trappola. Il vigile, la pattuglia passa, guarda, osserva e tira dritto. Certo il comando avrà una statistica per dimostrare che gli uomini in divisa lavorano sodo e bene, fanno multe, ma anche prevenzione. In Italia è stata abolita l’educazione civica. Ne abbiamo tutti bisogno o quasi. Forse nella ‘città della canzone e delle canzonette’, quella che ha più visibilità mediatica, non sarebbe fuori luogo domandarsi come viene amministrato l’assessorato alla Polizia Urbana. Con quali risultati pratici. Perchè l’indisciplina, il menefreghismo, si trasforma in illegalità praticata e tollerata ai danni dei cittadini ligi al dovere e al codice della strada. C’è chi si è rivolto agli stessi vigili, chi ha segnalato ai media. Possibile che a Sanremo in molti abbiano fatto l’abitudine a fregarsene dei divieti ?  E di chi, anziano, bambino, mamma con la carrozzella, può finire in un agguato ?

A Sanremo nessun problema per il carico e scarico sulle strisce pedonali in centro città

Sanremo abituarsi a camminare con le moto lasciate sui marciapiedi

E non è manco a dirlo un caso isolato, il poeta direbbe ovunque lo sguardo io giro…

Se devo recarmi al Castato posso parcheggiare da immune

Siamo in zona Foce e parcheggio selvaggio non cambia pelle

Avanti c’è posto le due ruote imperversano in zona baretto

Qui ci troviamo nei viali dei giardini

Strisce pedonali in Piazza Colombo

Vigili di pattuglia, l’abitudine portare il cappello alternativamente, uno si e l’altro no

 

I vitalizi senza pudore e ville in Riviera Dalla Valle d’Aosta alla Liguria con amore.Dalla Valle Arroscia caccia grossa ai cinghialiabbattuto un esemplare da record di 162 kg

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Solo 23 milioni di € per sistemare i vitalizi degli ex consiglieri regionali della Regione Autonoma della Val d’Aosta. Uno affronto che forse doveva restare ‘riservato’, scoperto e reso pubblico da Massimo Giletti che dopo aver lasciato la Rai è approdato nelle truppe, sempre più corazzate, de La 7 di Urbano Cairo, l’editore di riferimento e di maggioranza del Corriere della Sera e presidente del Torino Calcio. Giletti ha scovato alcuni del ‘loro signori’ super privilegiati. Ora non resterebbe che dare la caccia a qualche villa, villetta, casa di lusso nella Riviera Ligure dell’aria marina e sviluppo immobiliare. E capire se magari non si è fatto uso anche del paravento di qualche congiunto. Viene voglia di dire: chi cerca trova altre cocenti sorprese. ULTIMA ORA – In alta Valle Arroscia un cacciatore ha abbattuto un cinghiale di 162 kg, un record nella storia della caccia del ponente ligure. Leggi a fondo pagina l’articolo di Nello Scarato.Ad Alassio, un ex consigliere comunale di Forza Italia, Fabio Lucchini, da 4 anni senza tessera in tasca, ha pubblicato sul suo blog “Alassio Futura’ quella che potrebbe trasformarsi in una catena di sant’Antonio, tra passaparola e denuncia. Nessuno chiede la ghigliottina, ma tutti i nomi e i volti di chi pensava che tutto sommato il silenzio avrebbe portato loro fortuna.

Invece TV LA7, la trasmissione  ” Non è l’arena ” condotta da Massimo Giletti, tra i vari punti ha trattato anche i vergognosi ” vitalizi ” dei politici. Gli ex consiglieri regionali della Val d’Aosta hanno prelevato tutte le loro spettanze, anticipatamente, per un ammontare di oltre 23 milioni di euro, con una rocambolesca operazione di bilancio per le casse della Regione, che doveva rimanere segreta, forse per paura che la proposta di legge di revisione e ristrutturazione dei vitalizi del deputato Pd, Matteo Richetti, possa essere approvata anche in Senato, cosa tecnicamente semplice sul piano pratico, ma che al governo guidato da Paolo Gentiloni non sembra interessare molto visto le ormai prossime Elezioni politiche nazionali.  GUARDATE LA PUNTATA DI “NON E’ L’ARENA ” RIMARRETE NAUSEATI DAL COMPORTAMENTO DI QUESTI POLITICI VALDOSTANI    #lacasta

Questo è il link al servizio giornalistico d’inchiesta:

ULTIMA ORA – DALLA VALLE ARROSCIA CACCIA GROSSA AI CINGHIALI – DI NELLO SCARATO

Eccezionale abbattimento  in Valle Arroscia da parte di un padre, del figlio e del fratello

L’esemplare da record: 162 kg abbattuto in alta Valle Arroscia

In una giornata rigida per un inverno già in attività, una squadra di cacciatori che operano nell’Alta Valle Arroscia sul versante che sale fino al Redentore, ha effettuato una  splendida  cacciata al cinghiale che rimarrà nelle storie ripetute e ripetute nelle simpatiche cene a venire.  Nell’Alta Valle, le squadre sono penalizzate  dal territorio, a volte impervio e persino impraticabile e dalla carenza di cinghiali , ormai solo numerosi in zona bassa e addirittura sul litorale.

Il fascino della caccia in zona Alpi resta per la fatica di gestire il territorio, per il difficile impiego dei cani che costringono i canai a lunghe escursioni anche fuori territorio per il recupero del preziosi ausiliari e dalle prede che risultano ancore essere di pura  razza selvatica e quasi esenti da incroci con suini.

Dobbiamo ancora rilevare che un’ulteriore difficoltà  per i nostri amici cacciatori è la massiccia presenza di caprioli che distolgono i cani dal seguito dei cinghiali e che non sono cacciabili, e di camosci anch’essi non cacciabili dalle squadre che  portano i cani ad affrontare zone rocciose con difficoltoso recupero e come successo quest’anno , anche alla morte dell’ausiliare. A margine citiamo la presenza ormai  accertata e assai pericolosa dei lupi che costringono a comportamenti  di aggregazione degli ungulati e alla loro aggressività  con  conseguenze di ferite anche mortali  ai cani. Ma dopo questo doveroso prologo , raccontiamo i fatti eccezionali di questa giornata di mercoledì 29 novembre.

Il freddo, nel mattino ancora buio, è stato notevole ma i cacciatori sono partiti alla volte delle poste fino a raggiungere  quasi la Madonna di Fronté.  Proprio qui in una vasta macchia di rododendri , i cani liberati nelle vicinanze, hanno stanato le prede: quattro o cinque grosse bestie che si mettevano in movimento verso  valle.  Alla posta un esperto cacciatore E.B.  conclude il primo abbattimento.  L’esemplare   lascia a bocca aperta  E.B che non crede ai suoi occhi! La bestia è enorme , impressionante! Un altro cacciatore G.B. ad una posta più avanti ne abbatte un altro di grosse dimensioni anche questo.

Nel pomeriggio un terzo cacciatore più a valle V.B  ne abbatte un terzo  di normali dimensioni. Dove sta l’eccezionalità di tutto ciò direte voi!. Bene le bestie vengono portate in sede alla pesa. Il primo risulta 162 Kg. il secondo  97 Kg. il terzo una cinquantina di Chili. Quell’enorme esemplare  è un caso assai raro per la mole  ed anche per il suo ruolo. Di solito questi esemplari vengono definiti “solenghi”  perché s’incontrano solamente da soli. In questo caso il nostro Re del bosco era un monarca in pieno espletamento delle sue funzioni.

Onore al RE!! C’è ancora un fatto che colora di eccezionalità questo giorno: gli abbattimenti sono stati effettuati  da un padre, un figlio e un fratello.  Genetica? Chissà!  Non ci sarà comunque una cena di cacciatori che non si ricordi di questa strana, felice giornata.!

Nello Scarato

Borghetto S.Spirito: giallo Lega Nord commissariata. E là dove brillava Pineland. Poi la grande incompiuta Aurelia bis di Bovio

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Trucioli prosegue il viaggio tra le brutte immagini di Borghetto S. Spirito che documentano stato di abbandono, incuria, degrado, di alcune aree della città. C’è Pineland sorta come buen retiro di certa borghesia attratta da un complesso residenziale di ville, villette, centro commerciale con negozio, ristorante, bar, piscina, parco. La struttura è chiusa da anni e in malora. C’è poi la storia di una strada che doveva svolgere il ruolo di Aurelia bis, ottima idea del sindaco architetto Pierluigi Bovio esponente pragmatico dell’allora Pci. L’arteria si è fermata verso Loano che l’Aurelia bis ha seppellito con la ‘dolce’ politica immobiliare che fa vincere le elezioni. A proposito di Borghetto: era rinata la Lega Nord dopo che nel 2015 si era ridotta a 5 militanti. Artefice Enzo Ricotta, cittadino di San Fedele (Albenga), dipendente del Comune di Loano, prodigo di entusiasmo e dichiarazioni. Commissario e segretario della sezione Borghetto e Val Varatella, 50 iscritti.  Trucioli scopre che da mesi la sezione è commissariata per ‘assenza del numero minimo di soci ordinari militanti’. E tutti tacciono, stampa amica inclusa.

Enzo Ricotta ex segretario Lega Nord Borghetto e Val Varatella

Cosa è successo ? Premettiamo che solo la mancanza di tempo – come volontari del diritto dovere di informare e di essere informati – ci ha impedito di interpellare il diretto interessato, Enzo Ricotta. Lo faremo per il prossimo numero. Durante la fase elettorale l’esponente politico, diventato neo segretario, era stato tra i sostenitori di chi non condivideva la proposta di trucioli.it. Ovvero, di fronte ad un’emergenza senza pari nella storia cittadina, proporre una lista “Borghetto Unita” di cui far partecipe le forze migliori e meritocratiche, senza preclusioni, al termine di un confronto senza vincitori, né vinti. Il solo obiettivo era l’unità, l’assenza di conflitto di interessi, programma realistico e tabella di marcia con scadenze. Insomma per un malato in coma una cura d’urto adeguata con l’unione di tutte le forze sane, si direbbe in politichese.

Ivg.it, il 10 febbraio 2017, dava la parola a Ricotta: “Scandali, degrado sul territorio, senso di malessere per l’incapacità della vecchia classe politica di risolvere sia i grandi, sia i piccoli problemi della cittadinanza, che ha diritto a risposte concrete. ….“. E il 9 marzo, sempre Ivg.  annunciava in esclusiva che “...Il coordinatore regionale del movimento civico Futura, Valerio Favi, condivide in toto il punto di vista  del segretario del Carroccio, Enzo Ricotta, contro le alleanze pasticciate….” Anzi no ai ‘minestroni’ proposti da trucioli.it “, ma idee e programmi innovativi e di largo respiro”. Morta e sepolta, dunque, la proposta di ‘ Borghetto uniti’.  Basta divisioni, hanno già creato troppi danni ? Da allora digitando il pianeta internet (Google in primis) non si trova più un accenno sulle vicende leghiste della Val Varatella con l’insediamento al governo cittadino di un centro destra capeggiato da un sindaco ‘galantuomo – artigiano’ Giancarlo Canepa. La potente corazzata di Ivg ha molte altre cose più interessanti di cui occuparsi. La Lega Nord di Ricotta non fa più notizia ?

Sappiamo solo da pochi giorni che la sezione della Lega Nord di Borghetto è stata commissariata dopo la tornata elettorale amministrativa per assenza del numero minimo di soci ordinari militanti, dato che una socia si è trasferita all’estero e un altro si è dimesso per dissapori con il segretario in merito alla gestione dei rapporti con gli alleati. E allo stato attuale, anche qualsiasi decisione su Ceriale dove in primavera si andrà alle urne per il rinnovo del consiglio comunale, passa attraverso il commissario Stefano Mai, sposato, padre di due bimbe,  assessore regionale all’Agricoltura, Allevamento, Caccia e Pesca, Acquacoltura, Parchi e Biodiversità, Sviluppo dell’entroterra, Escursionismo e Tempo libero, già sindaco del ‘marchesato’ di Zuccarello.

Il segretario Ricotta che ha fatto gli onori di casa, con l’arrivo a Borghetto dell’assessore Sonia Viale assessore e vice presidente della Giunta Regionale, per presentare i candidati leghisti. Ricotta dichiarava: “Sono molto orgoglioso di questa nuova sezione della Lega Nord e credo che sia corretto dare il nome Valle Varatella così da coinvolgere i comuni di Toirano, Balestrino e Boissano”. La seduta straordinaria  dei militanti tenutasi giovedì 18 marzo 2016 ha inoltre visto la nomina dei dirigenti Marco Grasso e Zora Tomovic.  “Da quando sono stato nominato commissario dal segretario provinciale Paolo Ripamonti, nel gennaio 2016,  ho lavorato tanto. La sezione ricostruita e rinnovata, ora conta ben 50 soci. Un lavoro che ha già portato importanti risultati nei comuni coinvolti. A Balestrino il gruppo Lega che prima non esisteva, ora è rappresentato dal vice sindaco Stefano Saturno; a Toirano in cui la Lega era assente, oggi è il primo partito ed il movimento vede suo rappresentante Giancarlo Mattoscio“. Ricotta concludeva: “Voglio iniziare la mia nuova esperienza politica citando Matteo Salvini che al raduno di Pontoida 2015, come nostro capitano invitava i segretari, i militanti, i semplici sostenitori, ad aprire le porte delle sezioni, ad avere il coraggio a non temere qualcuno più capace e di rinnovarci. In politica un anno è un tempo brevissimo”.  

Borghetto S. Spirito, città di turismo al 90 per cento, che causa pre – dissesto sta subendo la cura dei tagli al risparmio tra le proteste della minoranza consiliare. E a chi storceva il naso per la forbice alla ‘storica’ Pro Loco che risale ai fine anni ’60, con l’allora giovane segretario Ripamonti, cugino di Paolo, il sindaco Canepa ha risposto: “Tutte le Pro Loco rivierasche, a quanto ci risulta, si autofinanziano, quella borghettina riceveva 43 mila euro dal Comune, cifra che oggi non possiamo più permetterci, vedremo se riusciremo comunque a garantire la metà”.

Borghetto che ha di fronte scenari di edilizia urbana e viabilità alle prese con il  decoro. Si è fatto l’abitudine alle brutture? Non indigna più di tanto presentare una cartolina con credenziali da disordinati ed incuranti ? Anche in questa puntata, lasciamo la parola alle immagini. Mentre per fare cassa ora è la volta della farmacia comunale. Per il centro destra modello Lega Nord, la sanità meglio affidarla a fidati privati.

Un tratto di Aurelia bis ideata a realizzata, anzi solo abbozzata,  alberata, durante l’amministrazione  – 1975- 1984 – del sindaco Pier Luigi Bovio (Pci) è rimasta una grande incompiuta grazie anche a Loano, ecco dove finisce nel territorio di Borghetto

L’edificio commerciale sul piazzale del complesso residenziale Pineland, un quartiere mortorio: i locali ospitano un bar – ristorante – negozio ed è tutto chiuso, abbandonato da almeno un ventennio

Uno scorcio della piscina Pineland

L’accesso al complesso residenziale con ville mono e bi famigliari e alloggi di prestigio è regolato dalle sbarre

La chiamavano la ‘fabbrica delle acciughe’, si trova subito a ridosso dell’Aurelia, tra i palazzi, un mini mostro abbandonato da tempo che può concorrere solo col il mega mostro dell’ex Oleificio Roveraro

Tra i palazzi e gli esercizi commerciali ballano anche i topi

A degna cornice, proprio di fronte, sull’Aurelia esposizione di grandi vasi, ma senza fiori, in attesa del giardiniere

In quest’area residenziale che può essere considerata al centro città ha chiuso, come abbiamo già scritto, un supermercato, fa ottima affari invece un supermercato per animali, ma la zona è off limits per le affissioni funebri, riservate ai necrologi

La ‘saggia’ politica urbanistica ed edilizia che ha caratterizzato Borghetto non ha risparmiato il beo, rio Castellaro, ingabbiato dal cemento

Hanno rifatto gli argini in compenso si può vedere una casa realizzata proprio sul confine del rio, benedette distanze dai corsi d’acqua !

Con l’ultima alluvione l’acqua ha eroso le fondamenta nella curva del rio ed in parte rosicchiato l’argine, cosa accadrà se dovessi ripetersi un nubifragio violento ?

Al rio fanno capolino, la ‘guardia’, i palazzi realizzati negli anni dello sviluppo edilizio di Borghetto ma che accadrebbe in caso di esondazione?

Compie quasi 10 anni l’articolo scritto dal primo cittadino di Borghetto e che annunciava il nuovo Puc, per ora fermo al palo della Regione Liguria, è interessante leggere e riflettere un decennio dopo. Questo articolo lo riproporremo con la pubblicazione del fotoservizio sull’ex oleificio perchè pur non citandolo, il sindaco Santiago, in ‘conflitto di interessi’ aveva comunque la sensibilità di citare la “spostamento di tutti i volumi della fabbrica posta oggi al centro del paese per realizzare una piazza e migliorare la viabilità, oltre a prevedere dieci nuove strutture turistiche ricettive’.


Trucioli gabellato da Wind InfostradaDa una settimana isolati con l’Adsl

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Ci scusiamo con i lettori: questa settimana non è in rete il nuovo numero di Trucioli.it. Un incredibile e vergognoso disservizio ha impedito di svolgere il ruolo di giornalisti, alla stregua di uno schiaffo e di un silenziatore alla libera informazione. Un disagio che, nel suo prolungarsi, non è soltanto “tecnico”, ma rispecchia l’arretratezza infrastrutturale delle tecnologie che dovrebbero essere al servizio dell’informazione; quel digital divide (sul quale tanto si propaganda nella politica nostrana) e che alla fine resta, appunto, un divario dannoso, profondo e intollerabile in una società avanzata.

Isolati, alle prese con le scuse paradossali di operatori (inermi) in call center delocalizzati in Romania (“ci scusiamo ma rileviamo lavori su un cavo sotterraneo”, “ci scusiamo ma lo specialista sta controllando la centralina”, “ci scusiamo ma stiamo valutando se c’è un guasto nell’area”, e via dicendo con la litania), non abbiamo potuto svolgere il nostro compito per l’assenza di connettività. Malgrado le reiterate richieste di intervento a Wind Infostrada. Un problema che perdura da una settimana, senza essere contattati a nostra volta dal provider sullo stato della pratica, senza aggiornamenti sui tempi di ripristino della linea. Adsl muta: così è costretto a tacere, come conseguenza, Trucioli. E non ci piace.

Purtroppo, come tanti internauti ben sanno, non è un caso sporadico. La durata del disservizio, certo, è sopra la media. Ma – come confermano varie fonti – sul nostro territorio sono numerose le lamentele, le richieste di assistenza e altrettanto numerose le proteste degli spazientiti per i problemi con la connessione Adsl. Vorremmo spiegare alla direzione, al management e al capo ufficio stampa di Wind Infostrada che le ragioni fornite da tanti utenti sono da prendere sul serio e professionalmente.

Coop Liguria, unica tra 59 aziende liguri nel ‘top carriera e welfare’ e si dona ore di ferie

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Coop Liguria rinnova l’Integrativo Ipermercati e si colloca ai primi posti per welfare aziendale. È l’unica impresa ligure presente tra le 59  aziende d’eccellenza identificate dall’Istituto Tedesco di Qualità e Finanza sul versante “Top Carriera” e “Top Welfare” e si è classificata terza nel suo settore. Leggi anche decolla il Centro Studi Cooperativi di Legacoop Liguria.

COMUNICATO STAMPA – Coop Liguria e Organizzazioni Sindacali hanno prorogato al 2019 l’Accordo Integrativo Aziendale valido per la Divisione Ipermercati, a poche settimane da un analogo rinnovo, riguardante i lavoratori della sede centrale e della Divisione Supermercati.

L’Accordo assicura al personale una quota variabile di retribuzione aggiuntiva, sulla base dei risultati collettivi e individuali raggiunti di anno in anno, ma soprattutto è la sede in cui sono state concordate tutta una serie di importanti garanzie accessorie: dalla possibilità di autogestire in parte il proprio orario di lavoro all’opzione un anno con il tuo bambino, con il quale la Cooperativa offre alle lavoratrici (e anche ai lavoratori, nel caso sia il padre a usufruire della maternità facoltativa) la possibilità di rimanere a casa per un 7° mese aggiuntivo, dopo la nascita di un figlio, oltre al periodo di astensione dal lavoro garantito per legge.

Una novità inserita con quest’ultimo rinnovo è la possibilità di donare ore di ferie ai colleghi che hanno bisogno di congedi aggiuntivi, ad esempio per seguire familiari malati o perché malati essi stessi. A questo proposito ricordiamo che il contratto Coop, a differenza di quasi tutti gli altri, prevede la conservazione del posto di lavoro sino ad avvenuta guarigione anche superato il periodo di comporto.

Tra le molte agevolazioni normate dal Contratto Integrativo, alcune sono riservate alla famiglia del lavoratore e Coop Liguria, da sempre, ha scelto di estenderle a qualunque tipo di unione famigliare.

In tema di benessere e servizi per i lavoratori Coop Liguria è all’avanguardia, come testimonia l’indagine pubblicata di recente da Istituto tedesco di qualità e finanza, che ha collocato la Cooperativa ai primi posti in Italia in fatto di politiche di welfare aziendale e di carriera, classificandola al terzo posto nel suo settore.

Nel portale dedicato www.e-coopinsieme.it, Coop Liguria mette a disposizione dei propri lavoratori opportunità di risparmio esclusive su servizi sanitari, previdenziali, finanziari e nella sfera del tempo libero. In più, tra le prime imprese in Italia, offre ai lavoratori l’opportunità di trasformare la propria retribuzione variabile in servizi di welfare (acquisto di libri di testo per i figli, spese scolastiche, spese per la cura di familiari non autosufficienti, ecc…) usufruendo così della detassazione e della decontribuzione previste dalla legge.

DECOLLA  IL CENTRO STUDI COOPERATIVI DI LEGACOOP LIGURIA

Lo sapete che nel 2016 tra i dipendenti e i soci delle cooperative, associate a Legacoop in Liguria, la presenza delle donne è prevalente?

Lo sapevate che a Genova nel 1864 nasce la prima cooperativa italiana per acquistare collettivamente una abitazione dando vita alla cooperazione tra abitanti ?

Lo sapete che oggi la dimensione media delle imprese cooperative in Liguria è di 50 addetti? Con le cooperative savonesi che sono ancora mediamente più grandi raggiungendo i 68 addetti per impresa?

Lo sapevate che sono 627 le cooperative fondate tra la fine della Prima guerra mondiale e il fascismo? E che sono 40 le cooperative nate in Liguria tra l’aprile e il dicembre 1945 ?

In questo “salto continuo” tra presente e passato decolla il Centro Studi Cooperativi di Legacoop Liguria che ha messo a sistema e conserva notizie su 2.500 cooperative costituite in Liguria tra il 1856 e il 2017. E che da oggi funzionerà come centro di documentazione e centro di ricerca e analisi su dati e aspetti specifici del mondo cooperativo e dell’economia locale.

” Abbiamo creato un Centro Studi capace di divulgare in modo semplice dati complessi aggregando fonti molto diverse – spiega il direttore scientifico Sebastiano Tringali -. Ora vogliamo costruire, con una metodologia scientifica, veri e propri trend statistici in modo che le imprese abbiano sempre la possibilità di confrontare i dati con il passare del tempo”.

Il tempo. Un concetto che per le imprese cooperative ha un significato particolare.

” In questo Centro Studi non c’è solo il valore della memoria – sottolinea Gianluigi Granero, presidente Legacoop Liguria -. Il valore del tempo, della durata, è per una cooperativa l’elemento fondamentale. Chi sceglie questo modello lo fa sapendo di costruire un patrimonio per le generazioni future.”.

Nel mezzo il presente. La ricerca ( scarica in allegato il documento completo) mostra come dopo “l’orribile 2012” le imprese cooperative liguri hanno ripreso a crescere. Mantenendo una dimensione media più alta rispetto alle altre forme d impresa, dando più lavoro alle donne ( circa i tre quinti degli addetti). Nel complesso: poco meno di 16.000 addetti di cui il 55% sono dipendenti e il restante 44% soci lavoratori.

Il Centro Studi Cooperativi è intitolato a Danilo Ravera. ” Un cooperatore che ha dato un contributo fondamentale per la costruzione della cooperazione sociale – ricorda Gianluigi Granero -. Numerose di quelle realtà da lui create sono oggi protagoniste sul mercato: con questo Centro Studi racconteremo cosa sono diventate e cosa diventeranno. Insieme alle tante altre cooperative che continuano a dare lavoro, in ogni settore, nella nostra regione.

Grazie a questo progetto diamo vita ad un Centro Studi capace di sviluppare analisi socio economiche del paese e della Liguria, mettendo a disposizione dati utili per guidare le scelte aziendali”.

Loano ora è più povera, ha perso Areccogigante di cultura lascia un’eredità storica Ha scritto anche la storia della Chiesa Inaguna e dei suoi vescovi dal XV secolo

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Non c’era il gonfalone del Comune rappresentato dall’assessore Remo Zaccaria. La chiesa parrocchiale avrebbe dovuto essere strapiena. In prima fila, a dare buon esempio di gratitudine morale ed umana, erano assenti molti rappresentanti del consiglio comunale di oggi e di ieri. Loano debitrice del prof. Antonio Arecco, 92 anni, ‘gigante’ mite e schivo di storica locale, di quella cultura che non fa crescere il conto in banca, ma rende una comunità più ricca attraverso la passione civile, il seme degli antenati, il suo dialetto (in estinzione), le tradizioni, la riscoperta del passato, il ricordo dei figli più illustri. Arecco, nativo di Celle Ligure, ha trascorso gran parte della sua esistenza a Loano. Salendo in cattedra per insegnare materie letterarie a migliaia di studenti. Seduto alla macchina da scrivere per non mancare all’appuntamento mensile con la prediletta ‘Gazzetta di Loano’; fiero di collaborare al periodico ‘laico’ che vanta il primato della longevità provinciale (fondata nel 1928). Arecco ha curato la storia della chiesa ingauna dalle origini del Quattrocento e la storia della diocesi di Albenga – Imperia, dei suoi vescovi dal XV secolo all’attuazione del Concilio Tridentino. Eppure in chiesa non c’erano vescovi, neppure l’Emerito Mario Oliveri al quale aveva consegnato il prezioso lavoro.

Nella foto di Silvio Fasano, del 6 gennaio 2007, il prof. Antonio Arecco, nel suo ufficio – biblioteca di Loano, mostra la copia dell’atto di nascita di Rosa Raimondi mamma di Garibaldi

Il prof. Arecco, nel 2015, in occasione di un funerale

Durante le esequie nel Duomo di San Giovanni Battista, dopo il ricordo pastorale e personale del parroco, canonico e vicario foraneo Edmondo Bianco, ha preso la parola Riccardo Ferrari, un semplice cittadino, ancorché autore di due libri, presidente della Fondazione Simone Stella – Leone Grossi (asilo nido e scuola materna). Ferrari ha parlato a braccio, senza seguire traccia scritta. Ha potuto farlo perché è tra i loanesi che nei confronti del prof. Arecco nutrivano sentimento di ammirazione, rispetto, riconoscenza; tra le persone che negli anni hanno seguito, apprezzato, fatto tesoro della imponente produzione storica e culturale dell’insigne studioso. Arecco non era un battagliero, un radicale, non pungeva, non graffiava negli scritti riservati alla sua Loano, nel bene e nel male. Riusciva persino a non essere di parte, anche se aveva una certa avversità verso ogni forma di contestazione e non aveva tutti i torti. Insomma, possiamo dire che nella sua enciclopedica produzione, ora da storico, studioso di talento, ora cronista dei tempi, preferiva essere convincente, accomodante, moderato nei toni e nella forma, piuttosto che apparire censore. Mai una parola di troppo, mai sul palco per rimproverare, polemizzare, semmai faceva opera di informazione. Alle chiacchiere preferiva scrivere, essere positivo, preciso, credibile. Lo fu anche quando il direttore del Secolo XIX Piero Ottone e il suo staff decisero che occorreva dare una sterzata di rinnovamento alle cronache provinciali, affidando la responsabilità della zona da Andora a Spotorno, con entroterra, ad un giovane  giornalista, Luciano Corrado, destinato a reggere la redazione di Albenga. Una scelta vincente con portò il giornale ad una storica impennante nella diffusione in edicola. E Arecco che per dieci anni era stato diligente corrispondente di cronaca locale, rimase nella veste di collaboratore esperto. Come accadde ad altri ‘storici’ corrispondenti della vecchia guardia: Beniscelli (Alassio), Fassino (Albenga), Barbaria (Ortovero), Noberasco (Ceriale), Seppone (Pietra Ligure), Nari (Borgio Verezzi).

Le lacrime e la disperazione di un nipote sul sagrato della chiesa al termine delle esequie

Difficile anche se non impossibile quantificare l’eredità culturale e storica di Arecco scrittore e documentarista nel corso dei decenni. Una vita spesa tra insegnamento, ricerche storiche, analisi, ascolto, relazioni a convegni, studio del dialetto.  Tra gli immancabili all’appuntamento annuale della Fiera del Libro di Peagna. Il presidente dell’Associazione ‘Amici di Peagna’, Stefano Roascio,  ha ricordato la perdita di una delle voci più autorevoli nel panorama della storia locale. Non sappiamo se Arecco abbia espresso delle volontà testamentarie a proposito del suo patrimonio letterario. Certamente Loano che non sempre brilla nel valorizzare personalità benemerite, ha un grosso debito di riconoscenza per quanto Antonio Arecco ha saputo realizzare con i suoi libri, arricchendo Loano storica, attraverso i secoli e ultimi decenni, di una voce e di una testimonianza colta, scrupolosa, certosina, di grande capacità, di rigoroso rispetto della qualità e della verità.

Non possiamo immaginare come avrebbe commentato se avesse letto, come ha scritto il direttore di Ivg.it,  che “Arecco per un certo periodo aveva abitato a Sanda, frazione di Ceriale…” Anzichè di Celle Ligure.  Non possiamo immaginare come avrebbe commentato leggendo che il suo ‘trapasso’ è stato annunciato sugli organi di stampa liguri con titolini e testi brevi, non già come meritava la grave perdita di un cittadino della sua caratura. E si poteva aggiungere che apparteneva ad una famiglia umile e dignitosa. Anche lui ha avuto un’esperienza in Seminario.  Aveva abitato nelle ‘Case Fanfani’ dei Gazzi Alti di Loano. E  successivamente si era trasferito in un alloggio della via Aurelia (palazzo Panizza) dove ha convissuto con Ada, taciturna consorte, pure lei insegnante. Un fratello muratore è mancato un paio d’anni fa e viveva a Borghetto S. Spirito; ha lasciato una sorella, Angela, i nipoti in lacrime.

Leggendo la rassegna stampa che dava notizia del triste lutto quasi nessuno ha accennato al forte legame di Arecco, fino agli ultimi giorni di vita, con la Gazzetta di Loano. L’ultima testimonianza di altruismo e servizio verso la comunità tutta. Un lungo amore del quale non si era mai stancato, alla stregua di una missione. Grazie esimio prof. Arecco per l’insegnamento e l’etica esistenziale, scuola di virtù. A cominciare da una solida e rara rettitudine, forse alla ricerca di quella Loano della cultura e della democrazia incapace di rinnovarsi per una salutare alternanza. (l.cor.)

L’INTERVENTO – RICORDO IN CHIESA PRONUNCIATO DA RICCARDO FERRARI (u Cabàn)

Nella immagine di Silvio Fasano il sorriso di circostanza del prof. Arecco, solitamente non era animato da sorrisi e allegria, ma dal suo essere serioso

Come ogni venerdì mattina mi reco al cimitero di Loano per recitare una preghiera per i defunti; stavo uscendo e nei pressi della panchina posta all’ingresso vedo sostare una figura amica. Era seduto con le braccia in conserta, il suo cappellino leggermente più piccolo della testa. Riconobbi subito quella figura: era il prof. Arecco. Salutai,  mi disse di sedere qualche minuto accanto a lui. Era stato,  come spesso faceva, a leggere le epitaffi incise su alcune tombe di vecchie famiglie loanesi. Il mio maestro di dialetto, l’uomo che da tanti anni, ero ancora un giovinetto, mi aveva guidato nello studio e nella conoscenza del nostro antico dialetto. Ricordai al prof. i periodi in cui, sotto la sua guida, con alcuni amici ed amiche avevamo fondato il gruppo “barchezandu in te Loa” poi sfociato nel più moderno “ciatezandu in te Loa“. Gli albori delle nostre uscite pubbliche, al convento dei padri cappuccini, in seguito nei locali della biblioteca comunale ed infine la serata per la chiusura definitiva dell’ultimo cinema di Loano, “u Luanese”. Circa cinquecento persone, per lo più loanesi, avevano assistito alle nostre parlate dialettali. <Ferrari, stè cose i muian…..zueni chi parlan u dialettu u ghe n’è ciu pochi>.  Avevo collaborato con lui, in piccolissima parte, ad alcune ricerche sulla marineria loanese nei secoli d’oro della vela, era uno storico del museo del mare, le sue moltissime ricerche storiche, religiose lo avevano portato ad essere punto di riferimento per noi che amiamo la nostra Liguria e la nostra Loano. Mirabile la pubblicazione dello statuto dei Principi Doria, trascritto in latino ed italiano macheronico.  Mi propose di organizzare ancora un serata del  dialetto e precisò, sarà l’ultima.

Lui che era praticamente di casa presso l’archivio storico del vescovado, le sue ricerche alla biblioteca Berio di Genova, i suoi innumerevoli scritti sulle antiche tradizioni, i modi di dire, i personaggi di una volta del nostro paese…. >. No, risposi ,< le prometto che il nostro dialetto non sparirà: al mio nipotino, che ha solo quindici mesi parlo il dialetto, quella lingua che mi hanno insegnato i miei vecchi e che è poesia, storia, cultura, non sparirà. E’ una promessa che le faccio prof. >.
Ora che il mio maestro è salito in cielo desidero immaginarlo impegnato, sotto due pile enormi di libri, che trascrive con quella piccola matita la storia della nostra cittadina e del nostro dialetto. Gli articoli della Gazzetta di Loano saranno sempre con noi loanesi…Arrivederci professor Arecco il suo limpido esempio sarà gioia e pace per noi tutti.  
Riccardo Ferrari
LA PRODUZIONE LETTERARIA DEL PROF. ANTONIO ARECCO
A. ARECCO, La Diocesi di Albenga-Imperia e i suoi vescovi. Storia della Chiesa Ingauna dalle origini all’inizio del Quattrocento, Diocesi di Albenga-Imperia, Albenga, Bacchetta, 2003, pp. 53, 54, 86, 105, 106, 143, 150, 172, 251, 252, 280.

A. ARECCO, Gli statuti antichi di Loano (1461), in «Gazzetta di Loano», n.s., VIII (1991), n. 11 e X (1993), n. 1.

A. ARECCO, Loano di un tempo, Albenga, Stalla, 1988.

A. ARECCO, Loano e i suoi sviluppi nei secoli (centro storico), Comune di Loano 1996.

A. ARECCO, Loano. Storia. Monumenti. Itinerari. Turismo, Stalla, Albenga 1984.

A. ARECCO, Lo scudo della galea e le zecche dei Doria a Loano e negli altri loro feudi liguri, Comune di Loano, Quaderni della Civica Biblioteca, Ceriale/Loano, Tip. Ligure, 2000.

A. ARECCO e G. LAURETTA, Il Kursaal dal cantiere allo stabilimento balneare, Associazione Culturale Marinara Lodanum, Loano, 2005, pp. 24.

A. ARECCO e A. SCARMAGNANI, Confraternita dei Turchini e Oratorio di N. S. del SS. Rosario, Confraternita dei Turchini, Loano, 2002.

A. ARECCO e A. SCARMAGNANI, Loano Città dei Doria, Comune di Loano, Loano 2001.

A. ARECCO e A. SCARMAGNANI, Loano Le tradizioni la fede, Comune di Loano, Bacchetta 2006.

A. ARECCO, La Diocesi di Albenga-Imperia e i suoi Vescovi. Storia della Chiesa Ingauna dalle origini all’inizio del Quattrocento, Diocesi di Albenga-Imperia, Albenga, Bacchetta, 2003.

A. ARECCO, Storia della Diocesi di Albenga-Imperia e dei suoi Vescovi. Dal XV secolo all’attuazione del Concilio Tridentino, Diocesi di Albenga-Imperia, Albenga, Fratelli Stalla, 2007, pp. 405.

A. ARECCO, L. L. CALZAMIGLIA, F. BOGLIOLO e A. ROLANDI RICCI, Il “Mistero della Fede” tra storia e arte nella Diocesi di Albenga-Imperia, Albenga, Tipolitografia Ciuni, 2005, pp. 32.

A. ARECCO, L. L. CALZAMIGLIA ed E. LERTORA, Pier Francesco Costa. Un grande ligure del Seicento. Vescovo di Albenga (1624-1653), Diocesi di Albenga-Imperia e Comune di Albenga, Albenga, Tipolitografia Ciuni, 2003, pp. 32.

A. ARECCO, L. L. CALZAMIGLIA e D. GALLIANI, San Pio V (1504-1572). Memorie pietresi e diocesane nel quinto centenario della nascita, Diocesi di Albenga-Imperia, Albenga, Tipolitografia Ciuni, 2004.

A. ARECCO e G. LAURETTA, La guerra sul mare all’epoca della battaglia di Loano (1795), Associazione Culturale Marinara Lodanum, loano, 2006, pp. 18.

Arecco faceva parte dello staff che aveva curato la Bibliografia del Ponente Ligure con  GIORGIO FEDOZZI ed il fattivo contributo alla sua compilazione di ALFONSO SISTA, GIACOMO RICCI, LUCIANO LIVIO CALZAMIGLIA, GIANNI (GIOVANNI) ABBO, FAUSTO AMALBERTI, SANDRO ODDO, ANDREA GANDOLFO.  Arecco era tra i promotori ed artefici del Centro Studi Ponentini di storia, arte, ambiente e cultura.
 

 

Borghetto S. Spirito, assalto notturno al laboratorio Athena di Sara Geloso Domini, sequestrata ad Alassio all’età di 4 anni

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Non bisogna rassegnarsi, né farsi sopraffare. Le forze dell’ordine quasi sempre tacciono la cronaca nera dei furti in alloggi, uffici, negozi, attività artigiane, ma anche agricoltori, nelle campagne, nei magazzini. Anche quando si tratta di razzie di galline, di carciofi e prodotti alimentari come è accaduto in una zona (via al Boschetto) di Bastia d’Albenga dove quasi tutte le case sono state visitate dai ladri, compreso l’azienda agraria Anfossi. Hanno fatto pure lo spuntino, lasciando i resti. Non si può sempre e solo tacere per non allarmare, per compiacere il sindaco o il potere di turno. Ecco stessa sorte avrebbe seguito quanto è accaduto a Borghetto S. Spirito grazie al ‘silenzio stampa’ subito e senza che peraltro ci si ribelli alla ‘disinformazione’ o all’impedimento di informare.Uno scasso notturno che nelle intenzioni dei malfattori avrebbe dovuto comportare un bottino. Invece se ne sono andati praticamente a mani vuote, facendo solo del danno. Hanno preso di mira uno dei più longevi laboratori di analisi  della provincia: Athena sas nella centralissima piazza Libertà, ad un passo dalla statale Aurelia. La piazza che ospita soprattutto agenzie immobiliari, un’osteria che ha già qualche anno, un bar, la farmacia storica (Franchi), un paio di negozi. Nello stesso immobile, ai piani sovrastanti, dove abitava il popolare giornalista Silvietto Torre che è mancato il 20 dicembre dello scorso anno.

Uno dei pochi furti che ha lasciato gli autori a mani vuote. Solo l’audacia ed il bersaglio prescelto diciamo che meritano di non passare inosservati, sotto silenzio, come accade ogni giorno, in ogni località della provincia, dell’entroterra e non siamo certo nelle vette della classifica dei furti in abitazioni in Italia.

L’Athena non solo tra i pochi laboratori fondato alcuni decenni or sono e che resiste. Come emerge dalla carta intestata appartiene e ci lavora quale biologa Sara Domini Geloso, è frequentato ormai come ‘passatempo’, dopo la pensione, dal dr. Aldo Gianatti, già medico di famiglia, ex sindaco di Ceriale,  ex assessore a Borghetto S. Spirito e dal biologo loanese Pierluigi Ceppollina, personaggio assai noto nella vita parrocchiale; tra i clienti molti abitanti del comprensorio loanese, residenti e turisti.

Certamente chi non ha mai voluto esporsi alla ‘notorietà’ è proprio la titolare, persona semplice, schiva, cordiale. Anche con il vecchio cronista che, a sua volta, è stato di recente vittima di un’intrusione ladresca a suon di narcotico, e che aveva seguito giorno dopo giorno, notte dopo notte, il rapimento e l’attesa della liberazione (si dormiva in auto sulla strada davanti al castello della famiglia Geloso, il nonno industriale affermato in Italia e all’estero ), Sara Geloso Domini, 45 anni, evita di ricordare il passato. Un sequestro che fece molto scalpore all’epoca, nel 1976, il 30 dicembre. Prime pagine, giornali e tv nazionali ed esteri, mobilitazione dell’apparato di sicurezza. Liberata dopo 19 giorni ed il pagamento di un riscatto di due miliardi. Una città, Alassio, una Riviera col fiato sospeso per giorni e giorni, in stato d’assedio.

Due anni fa, come riporta Il Secolo XIX che riproduciamo, tornò in carcere l’uomo che aveva organizzato il sequestro: Marietto Rossi. Lei apprese la notizia dell’arresto dagli organi di stampa. Sara Geloso (ha tenuto il cognome della mamma) ha sempre cercato, riuscendoci, di passare inosservata. Non sono molti del resto coloro che ricordano quei giorni, soprattutto fuori dalla Baia del Sole. Ci sono le nuove generazioni. Lei da, cattolica, frequenta la chiesa di San Francesco di Alassio, fa parte del coro e suona la chitarra.

Non ha commentato l’arresto del suo ‘carceriere’ che uscito di galera per il suo sequestro ed altri reati che aveva collezionato, era tornato in cella, sorpreso con tre complici mentre cercava di seppellire il cadavere di un uomo crivellato di colpi per un regolamento di conti nell’ambito della malavita. Lei che era stata liberata nelle campagne di Novi Ligure, quando c’era la neve e tenuta prigioniera a Rezzoaglio.  Ricorda solo quando i carabinieri la presero in braccio e la avvolsero in una coperta per proteggerla dal freddo e dalla neve.

Non sappiamo quale sia stata la sua reazione alla scoperta che i ladri erano penetrati nel laboratorio. Difficile non immaginare lo stato d’animo di chi finisce vittima di un furto. Quelli più odiosi e che lasciano il segno sono certamente i furti nelle case, quando viene violata l’intimità e la serenità, la sicurezza, di ogni essere umano in un paese civile.  Il fatto di non sentirsi sicuri, in balia di chi spesso si suole dire non ha nulla da perdere, magari è sotto effetto di droghe, oppure pur di farla franca non bada a fare del male. E’ vero, centinaia, miglia di furti senza che fino ad oggi ci sia scappato il morto. Non può consolare nei panni delle vittime, anche se spesso si ripeto: tutto sommato meglio il furto che lasciarci la pelle.

Mentre i sindaci, i comuni, la politica cercano di ‘imbonire’ annunciando installazioni di telecamere, progetti di ‘controllo dei vicinato’, chiedono misure straordinarie sempre promesse, il cittadino fa i conti con la cruda realtà di ogni giorno. Quando è toccato a noi, tra i messaggi di solidarietà, sono emersi decine e decine di casi inediti, sconosciuti alle cronache, di vittime, irruzioni ladresche che hanno colpito ogni dove ed ogni angolo. Persone comune, ma anche professionisti affermati, avvocati, medici, commercialisti. Basti pensare che ad Imperia sono penetrai pure nell’alloggio del procuratore aggiunto della Repubblica che in teoria avrebbe dovuto essere sorvegliato.  Ad un orefice che a Loano, nella sua lunga attività, può vantare il record di rapine ed assalti, anche notturni, sono penetrati nella villetta dove abita e alle 10 del mattino hanno potuto segare la cassaforte. Nell’oreficeria ha dovuto persino murare le finestre, ma il mese scorso sono entrati in un alloggio -ufficio sovrastante, attraverso il convento delle suore, e con una scala che aveva rubato dal palazzo mesi fa, si sono arrampicati fino all’alloggio. Non è andata meglio ad un ex parlamentare di Pietra Ligure, anche questo abbastanza recente. Uscito verso le 20 per una piazza quando è tornato, la casa era stata ‘ripulita’ di preziosi e ricordi di famiglia. L’elenco delle intrusioni non risparmia categorie professionali, benestanti o meno. Al punto che si sa pure che i rom (zingari) non rubano le collane di perle perchè nella loro superstizione portano sfortuna. Ci sono poi le bande specializzate che non scelgono a caso, studiano i colpi magari per mesi, con le abitudini delle vittime designate.

Al di là dei risultati obiettivi, resta il nodo irrisolto del controllo del territorio da parte delle forze di polizia. La caserma in ogni città ha dimostrato molti limiti, pur con i cambiamenti organizzativi. Forse non hanno torto gli osservatori più attenti che sostengono di vedere meno uomini in divisa sulle strade, anzi è difficile incontrarli. Forse non ha torto quel funzionario di banca che osserva come si veda troppa gente in giro ad oziare, girano in quartieri anche poco abitati, e difficilmente si assiste ad un controllo. E’ più facile, ma non è la regola, incontrare pattuglie di polizia, carabinieri, vigili, sulla statale Aurelia, una domenica mattina, piuttosto che una capillare presenza nelle ore notturne. Fermano le auto di giorno per fare statistica, rendere visibile la presenza e la notte, e l’alba, quando entrano in azione i ‘soliti ignoti’, quante pattuglie per ogni cittadina sono  davvero in strada ? C’è da aggiungere che si parla spesso delle città, fa ancora meno notizia quanto accade nei piccoli paesi dell’entroterra. A meno che non ci sia qualche cittadino, qualche sindaco che non ne può più e suona la gran cassa. Se ne discute un paio di giorni, poi tutto finisce in cavalleria.

Forse non consola sapere che anche nelle statistiche dei furti in abitazioni l’Italia ha un poco invidiabile primato in Europa. E sarebbe troppo facile incolpare i giudici che scarcerano, le leggi le fanno i parlamentari, con un netta prevalenza di avvocati, molti dei quali a loro volta hanno esperienza di codice penale. Ha governato per dieci anni il centro destra con la Lega Nord, ha governato per dieci anni il centro sinistra. La Liguria a due ministri di peso, Difesa e Giustizia; l’albenganese dopo 50 anni  ha un parlamentare avvocato, vice presidente della commissione giustizia, che non pare si sia mai allarmato di troppo sulla questione ‘legalità e sicurezza’ nella sua zona. A parte l’elicottero dei carabinieri che è tornato a volare, dopo due anni di blocco, e da la caccia ai clandestini nelle campagne e nel centro storico di Albenga dove il malumore è forte, ma resta l’unica cittadina della Riviera dove i vigili urbani sono in servizio fino a tarda notte.

Sarebbe troppo facile incolpare i migranti, semmai possiamo dire che Paesi come la Romania, Bulgaria, Polonia saranno pure estremisti verso gli extracomunitari, ma chi viola la legge in caso loro viene punito assai più severamente, o meglio se finisce in carcere non ha  i benefici della legislazione italiana. La certezza della pena è spesso una realtà. Corruzione a parte.

 

 

Alassio: dagli scavi emerge l’antico Bastione

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Storia Patria, con Marta Conventi e Michela Tornatore, arricchisce la storia archeologica di Alassio.  E’ accaduto durante recenti scavi che hanno permesso di individuare un antico Bastione al centro della secolare cintura di Levante. I ritrovamenti sono al centro di una conferenza in programma venerdì 15, alle 17, nella sede di Via Pia 14, a Savona.

Uno degli incontri tradizionali tra i soci e gli amici della Società Savonese di Storia Patria si svolge ogni anno alcuni giorni prima di Natale con lo scambio degli auguri per le imminenti festività. La data del 2017 è venerdì 15 dicembre, ore 17.00, nella sede di via Pia 14/4 – piazza della Maddalena (Savona).

Da sempre l’incontro è anche l’occasione per ospitare interventi storico archeologici e quello del 2017 é particolarmente stimolante per l’argomento e le novità che saranno trattati. Marta Conventi, funzionaria archeologa della Soprintendenza Archeologia della Liguria, e Michela Tornatore, archeologa, proporranno infatti una conferenza intitolata Archeologia urbana ad Alassio. Primi risultati.

In sede di progetto per la modifica alla tubazione della rete fognaria comunale in zona rio Cardellino ad Alassio è stata redatta la verifica preventiva dell’interesse archeologico come stabilito dalle normative in vigore, definite dall’art. 95 del D.Lg. 163/2006 oggi art. 25 D.Lg. 50/2016, che riguardano le opere di ambito pubblico sottoposte alla disciplina del Codice dei Contratti. Lo studio aveva evidenziato un rischio piuttosto alto valutando la possibilità che i lavori, da attuarsi sull’incrocio tra viale Marconi e via Gibb, potessero interferire con le strutture di cinta post-medievali ed altre eventuali preesistenze antiche interrate.

Il monitoraggio archeologico e gli approfondimenti, stabiliti e diretti dalla Soprintendenza Archeologica della Liguria, hanno consentito di individuare, oltre a diverse fasi relative alla sistemazione urbana – avvenuta nel XIX secolo – ed alle varie arginature del rio Cardellino, alcune strutture da mettere in relazione con il bastione cinquecentesco collocato al centro della cinta di levante. La presentazione dei primi risultati di scavo sarà un’importante occasione per illustrare la prassi di tutela e l’ottimo esempio di riscontro su campo di quanto si pensava di individuare.

Pur trattandosi di scavi archeologici effettuati in emergenza in una delle vie principali cittadine, come risulta evidente dalle fotografie proposte, i risultati ottenuti permettono di inquadrare analiticamente aspetti inediti delle vicende storico-archeologiche locali e meriteranno ulteriori interventi ed approfondimenti scientifici.

Alassio al via il progetto special chef dell’alberghiero e grazie a NordiconadLaigueglia, primo open day di sport al mare

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Inizierà a breve una campagna di comunicazione online e offline per coinvolgere le migliori realtà produttive dell’agroalimentare “made in Liguria” nel sostegno al progettospecial chef dell’alberghiero’. L’inaugurazione della cucina 2.0 è destinata sia ai ragazzi con bisogni speciali, sia alle eccellenze per fare innovazione didattica. Grazie a NORDICONAD avranno buoni spesa per garantire le loro esercitazioni di autosufficienza domestica sperando che altre aziende seguano il loro esempio. Ultima ora: leggi anche da Laigueglia il  primo open day degli sport in riva al mare.

Ad Alassio realizzata a tempo di record, meno di 30 giorni dall’ordinativo, la cucina progettata dall’ingegner  Ferdinando Carapezzi, project manager designer  dell’azienda Beffi Luciano, agenzia Angelo Po per le province di Savona e Imperia, finalmente è realtà.

È stata inaugurata in occasione della tradizionale cena di beneficenza dedicata alla GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ (domenica 3 dicembre),  nella quale, come di consuetudine, le docenti e i docenti delle discipline umanistiche e scientifiche dell’istituto  Giancardi, Galilei e Aicardi vestono i panni di maitre e chef per raccogliere fondi a favore del diritto allo studio delle persone con bisogni speciali.

Durante la cena alla quale hanno preso parte il sindaco di Alassio Enzo Canepa, l’assessore ai servizi educativi Lucia Leone, il direttore di Nordiconad Alessandro Penco, Anna Rizza presidente dell’Associazione Missione Autismo di Savona, Angela Mingani past president del Lions Club “ Baia del Sole” Alassio, Valeria Storchi presidente di F.I.D.A.P.A. BPW Italy sezione di Albenga,  Nino Mallamaci dell’Impresa Edile Mallamaci e Mariagrazia Doglio del direttivo ADSO, gli oltre 120 ospiti hanno potuto testare le funzionalità della struttura multimediale che, tramite un collegamento youtube, era connessa allo schermo della sala ristorante.

La nuova struttura laboratoriale, abbinata alla caffetteria didattica multimediale,integra l’offerta formativa per  i ragazzi con bisogni speciali consentendo una formazione completa nel settore dell’enogastronomia e, grazie al sistema di  videoregistrazione progettato da Ponente Informatica di Savona, consentirà di trasmettere in streaming  le performance degli chef speciali, di volta in volta seguiti e coordinati da docenti e opinion leader del mondo del food.

La Cucina del Sorriso, grazie a Conad, sarà in grado di garantire una continuità nella formazione e nelle unità didattiche dedicate autonomia e alle attività rutinarie legate alla quotidianità come fare la spesa, gestire la dispensa domestica e garantire la conservazione degli alimenti rispettando le norme igieniche e sanitarie previste dai protocolli dell’HACCP e raggiungere l’autosufficienza domestica

Il laboratorio didattico multimediale, ideato e promosso dal Centro Studi del “Giancardi”,  è stato realizzato grazie al contributo di Fondazione De Mari, Associazione Missione Autismo di Savona, Comune di Alassio,  Comune di Albenga, Comune di Laigueglia, Lions Club “ Baia del Sole” Alassio, F.I.D.A.P.A. BPW Italy sezione di Albenga, Fortuna Abbigliamento Professionale Serra Riccò (GE), Impresa Edile Mallamaci Alassio,Ponente Informatica Savona, falegnameria Maurizio Volpe di Albenga e ADSO Savona.

LAIGUEGLIA SPORT E WELLNESS PER IL PRIMO OPEN DAY #OUTDOORDELMARE

Laigueglia propone  sport, wellness e prodotti del territorio per il primo open day degli sport in riva al mare. Il “Borgo più Bello D’Italia” cerca un posto di rilievo nell’outdoor del ponente ligure con una proposta nuova che punta a capitalizzare, ai fini turistici, le sue strutture sportive e le infrastrutture legate agli sport in riva al mare e tra le onde.

Comunicato stampa – Il “mare d’inverno” a Laigueglia conquista gli sportivi con i suoi benefici,  turisti e residenti, che numerosissimi hanno partecipato all’evento dell’open day dedicato agli sport tra le onde e sulla battigia. Per l’occasione la spiaggia più suggestiva del borgo marinaro, quella antistante il Bastione, si è trasformata  in una  kermesse sportiva all’insegna dello sport e del benessere psicofisico.

A partire dalla mattina tutte le associazioni sportive Laigueglia Bike & Wellness, Centro Equestre La Scafarda , Asd Aquilia Vela, Asd Mestei e Segnue e la rete d’impresa Qui Laigueglia hanno dato vita ad una vera e propria festa dello sport, offrendo, a grandi e piccini, la possibilità di provare gratuitamente il kayak, la vela, il Sup, il Nordic Walking , la Moutain bike e l’equitazione.

“Obiettivo principale del progetto #OUTDOORDELMARE, come sottolineano gli organizzatori, è quello di promuovere  passare “l’altro mare”, passando da un’offerta climatico-balneare stagionale a quella tutto l’anno”. Il clima mite e le spiagge sabbiose di Laigueglia, fruibili in tutte le stagioni, offrono  l’opportunità di trasformare  una vacanza  invernale in un’esperienza unica di sport e wellness.

A conclusione delle attività sportive a tutti i partecipanti è stata offerta una  “Merenda della salute” grazie al Panificio Cacciò di Gavenola e alle aziende agricole Giordano di Andora e Ca’ duDin di Casanova Lerrone per offrire un momento di ristoro all’insegna dei prodotti del territorio. L’evento #outdoordelmare è stato ideato e pubblicizzato attraverso una campagna di social media marketing dagli animatori turistici del corso di formazione della Blue Economy Elena Abbruzzese, Riccardo Baldi, Federico Bonelli, Massimo Cogliati, Federica Giovinazzo, Valeria Grollero, Francesca Li Causi, Susanna Manuele, Federica Monasso, Gabriele Palumbo e Luca Valdi, sotto la guida dei docenti Nello Simoncini e Franco Laureri.

NOTIZIE DA ALASSIO
Preparatevi a ricevere sotto l’albero di Natale il 1° calendario ufficiale dei mitici BAGNI MOLO di Gianni Botto (Alassino d’Oro 2017)
PRESENTAZIONE SABATO 23 DICEMBRE DALLE ORE 10.30 DIRETTAMENTE AI BAGNI MOLO DI ALASSIO.

Titolo del calendario 2018… “DA ALASSIO A GRADO LA STORIA SIAMO NOI

Il ricavato della vendita del calendario (costo Euro 10) sarà devoluto INTERAMENTE all’Associazione alassina “DONARE UN SORRISO”. Calendari che potrete trovare in vendita anche presso la libreria Mondadori di Alassio.  Perché Grado?… gli stupendi costumi da bagno e abbigliamento d’epoca indossati dai soggetti del calendario (modelli per un giorno) sono stati gentilmente forniti dall’Associazione “La Signora delle Fiabe” di Grado.
Si ringrazia: Marco Zanardi per la fotografia, Alessia Nasi per la post-produzione, Arti grafiche Pozzi di Alassio per la stampa e TGevents Television.

FOOTGOLF IN SPIAGGIA”, Alassio…12 Buche x 12 Befane ! con la straordinaria partecipazione di grandi campioni dello sport e noti artisti del piccolo schermo! Sabato 6 gennaio 2018, ore 11:00 partenza e arrivo presso i Bagni Molo di Alassio. In occasione della tradizionale “BEFANA DEL SUBACQUEO” che tutti possono seguire dal pontile cittadino segue una nuova e spettacolare edizione di FOOTGOLF in spiaggia. Manifestazione goliardica-sportiva a scopo benefico a favore di AIRC. L’evento come tradizione vede la straordinaria partecipazione di grandi campioni dello sport Italiano e del piccolo schermo che si sfideranno sull’arenile alassino giocando a golf con il solo utilizzo dei piedi e dovranno con un calcio dirigere verso la buca il pallone con meno tocchi possibili…da qui il FOOTGOLF. Un percorso di 12 buche + 1 (la buca Jolly posizionata in mare per l’ultimo colpo shock) che saranno presenziate da originali e variopinte befane interpretate da personaggi locali. A giorni l’elenco ufficiale dei campioni e artisti che scenderanno in spiaggia per la 3° edizione 2018. Presenti i vincitori delle ultime due edizioni: Evaristo Beccalossi (2016) e Gianluca Zambrotta (2017). A rendere ancora più spettacolare la sfida la partecipazione dei Campioni Italiani di FootGolf (Associazione Italiana FootGolf, Lega Nazionale FootGolf, FootGolf Motta Treviso, FootGolf Liguria). Presentano l’evento Gianni Vasino, mitico commentatore Rai di 90° minuto e Marco Dottore di Tgevents Television. La manifestazione è ideata ed organizzata dalla Eccoci Eventi in collaborazione con il Comune di Alassio, le associazioni cittadine quali Associazione Bagni Marini, Associazione Albergatori e Consorzio Alassio un Mare di Shopping ed a tutto lo staff dei Bagni Molo.

 

Meno tasse sull’albero di Berlusconi. C’è il premio Tassa turisti 2018? Chi si ribella e resiste. A Laigueglia l’hotel con 13 balconi

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Province di Savona e Imperia: negli ultimi 30 anni hanno perso il 68 % delle strutture ricettive, alcune obsolete o situate in condomini. Molti, troppi esercizi alberghieri tradizionali hanno chiuso e chi può ha ceduto, venduto, trasformato in ‘seconde case’, lasciando senza lavoro migliaia di addetti. Ormai si può ascoltare da una voce qualificata come quella di Luciano Pasquale (presidente ligure Unioncamere) durante un convegno al Teatro del Casinò di Sanremo che “il ponente è caratterizzato da tre elementi forti: commercio, edilizia, agroalimentare ed occorre valorizzare l’export per nuove opportunità di lavoro”. Solo al quarto posto, davanti a Imperia Tv, viene citato “il turismo, altro grande motore di un sistema forte e moderno”.  Intanto c’è da segnalare una ferma presa di posizione del presidente degli albergatori di Alassio, Aurelio Macheda: “Ribadiamo nel modo più assoluto la contrarietà alla Tassa di Soggiorno o nuove tasse”. Indignato Mirco Mastroianni presidente Cia provinciale perchè gli ‘agriturismo non sono stati neppure coinvolti e a loro volta tassati”. Buona notizia da Laigueglia: finalmente lo storico e prestigioso Splendid, 4 stelle, è stato autorizzato a realizzare 13 piccoli balconi fronte mare. Ma quanta burocrazia ! Marco Scajola, assessore regionale, imperiese Doc, futuro parlamentare con le elezioni del marzo 2018, ha messo in risalto che si intravvedono i segnali di una ripresa, “mentre ci stiamo occupando di urbanistica ed edilizia che rappresentano settori trainanti dell’economia ligure e ponentina”. Ha dimenticato i suoi amici Bagni Marini  liguri sempre bisognosi di aiuto.

Sarà per tutte queste ragioni che la ‘cura’ più idonea a gratificare e rilanciare il turismo dell’ospitalità – lasciamo ogni valutazione sull’industria delle seconde case di cui la Liguria detiene dei primati anche negli ‘affitti in nero’ –  sia sfociata per la stragrande maggioranza delle cittadine costiere nell’imposizione e ritorno alla Tassa di Soggiorno come accadeva negli anni d’oro del boom di italiani e stranieri, prima un turismo di qualità, poi sempre più di massa con il progredire della rapallizzazione della fascia costiera e della prima collina, di paesi a pochi chilometri dal mare. Una crescita che di razionale, valorizzazione delle risorse ambientali, ha avuto poco o nulla, con pochi esempi di salvaguardia. Uno sviluppo oltre ogni ragionevole dimensione urbanistica ci hanno spesso ricordato personaggi illustri come il giornalista Mario Fazio, alassino, che è stato anche presidente nazionale di Italia Nostra e che ha scritto pagine  presto dimenticate, presto ignorate.

Uno sviluppo che ha avuto effetti deleteri sul dissesto idrogeologico in generale, sul settore ricettivo alberghiero che dimezzandosi ha portato alla dequalificazione dell’offerta e soprattutto è stato inesorabile clava a migliaia di posti di lavoro che non si recuperano con ‘stati di crisi’. Si è parlato di 8 – 10 mila occupati in meno nel settore hotel nella Liguria del mare che d’estate viene preso d’assalto – come illustriamo in altro servizio – dai forzati della domenica.

Uno sviluppo che al di là delle strategie di volta in volta suggerite, ha di fatto penalizzato tutto il comparto alberghiero. Se vogliamo parlare di qualità, si può fare qualche utile raffronto sulle strutture presenti nelle due principali e storiche guide alberghiere. Con località costiere neppure più presenti, oppure indicate, ma solo per ristoranti. E si faccia pure un utile paragone, raffronto, tra cosa era in tema di hotel la provincia di Cuneo 30 – 40 anni fa e cosa è oggi rispetto al ponente ligure, soprattutto. Al Savonese, all’Imperiese, le condizioni in cui è ridotto il nostro entroterra, la sorte di alberghi famigliari, anche quelli realizzati in tempi più recenti.

Il presidente Pasquale, a Sanremo, ha parlato di ‘eccellenze’, del Casinò – teatro, del ruolo di Confindustria con aziende leader nel mercato, con le realtà che hanno superato un secolo di storia, aziende con dimensioni internazionali e due operano nel ponente. C’è chi ha fatto notare inoltre che il Casinò, contribuisce a creare ricchezza ed occupazione,  volano, dando lavoro a 160 famiglie e “Confindustria resta un partner  affidabile”.

Se la lista di chi un bel giorno ha ‘gettato’ la chiave si fa per dire e chiuso l’albergo di famiglia, è molto lunga ed annovera anche personaggi più o meno conosciuti, per la cronaca sarebbe utile ascoltare anche l’editore del più diffuso giornale on line della provincia di Savona, che può vantare quote di contatti e visitatori da 60 a oltre 100 mila al giorno, il Matteo Rainisio junior. La famiglia Rainisio proprietari di un piccolo hotel sul mare, a Pietra Ligure, con spiaggia. Perchè hanno venduto ? E’ più facile e conveniente fare l’editore di provincia, raccogliere pubblicità da privati, comuni, enti, Pro Loco, associazioni, fare incassi con sagre e feste ? Abbiamo già citato la famiglia del sindaco di Alassio Canepa, la moglie il cui padre (Raimondi) gestiva tre alberghi, tutti trasformati e messi in vendita. Abbiamo citato la famiglia Vaccarezza che con Angelo Vaccarezza, capogruppo in Regione per Forza Italia, ex presidente della Provincia, ex sindaco, hanno venduto due alberghi, trasformati in alloggi e due stabilimenti balneari. Non parliamo di disonore, semmai di chi predica bene….

Di recente Il Secolo XIX Imperia e l’abbiamo già ripresa, ha dato notizia che il presidente provinciale di Federalberghi della provincia di Imperia, Igor Varnero, non ha smentito l’annuncio di vendita dell’hotel Nyala dopo che ha ottenuto la rimozione del vincolo alberghiero. Senza andare troppo indietro la sorte del Grand Hotel Moderno di Loano, realizzato dalla famiglia Ponziglione e che è stato venduto, trasformato in seconde case e il figlio Marco che è stato presidente della locale associazione di categoria (il papà Mario anche presidente provinciale) ha preferito la carriera a Milano nello studio e progettazione di uffici, centri direzionali, residenze, negozi.

Nel contesto ‘Tassa di Soggiorno’ abbiamo letto la voce  dei titolari di agriturismo da Varazze ad Andora.  Rivela Mirco Mastroianni, presidente provinciale della Cia coltivatori: “Gli enti locali non ci hanno neppure consultato per non incassare  un altro ‘no’ a questo nuovo balzello. Intanto non ci stiamo ad essere esclusi dal confronto, siamo un componente importante, meritiamo di essere coinvolti dalle amministrazioni comunali e non farci trovare di fronte al fatto compiuto, il nostro settore come confermano i numeri contribuisce  moltissimo alla voce turismo in Liguria.” E Massimo Parodi, albergatore varazzino trasferitosi ad Alassio,  mancato editore , ‘padre’ del trasloco in massa della categoria a Confindustria, lasciando Confcommercio, oggi presidente regionale  Federturimo, osserva su La Stampa: “Un balzello anacronistico che alla fine inciderà sui bilanci degli albergatori, ci sono margini per discutere e trovare alternative per un rilancio del turismo anche a vantaggio delle amministrazioni comunali.” Contrari pure i titolari di camping di Faita. Fiduciosi di far ‘congelare’ la tassa e intraprendere altre strade. E’ vero siamo ormai in clima elettorale e solitamente i politici sono sensibili alle sirene, ma la categoria alberghi e simili sono ormai in netta minoranza rispetto, ad esempio, alla potente (e temuta, ascoltata) lobby dei Bagni Marini, delle Agenzie Immobiliari. Loro fanno numero e forza unitaria nell’urna.

Resta la follia di chi pretende di ‘far cassa’ tassando i turisti e di conseguenze le categorie più coinvolte. Un brutto segnale checche ne dicano quei signori che da anni prometto il ‘rilancio’ e dovrebbero almeno avere il buon gusto di rivelare che ‘fare cassa’ è utile soprattutto quando i tassati non hanno peso elettorale. A questi punti siamo arrivati.

IL DOCUMENTO DEGLI ALBERGATORI ALASSINI

Aurelio Macheda presidente degli albergatori alassini dove il numero degli alberghi è di una unità in meno rispetto a Finale Ligure (foto Silvio Fasano)

Premesso che in data 28 novembre c.a. l’Associazione Albergatori Provinciale  ha sottoscritto un accordo che oltre a dettagliare le condizioni dell’applicazione della tassa di soggiorno ribadiva che:

  1. I Comuni di Alassio, Albenga, Loano, Toirano, Borghetto S.S., Pietra Ligure, Finale Ligure, Noli, Spotorno e Varazze, nelle persone dei loro Sindaci protempore, hanno formalmente espresso la volontà d’introdurre, ai sensi dell’art.4 del Dlgs.23/2011 e nel rispetto del Patto Strategico del Turismo in Liguria, di cui alla deliberazione n.568/2017 della Giunta Regionale, da loro sottoscritto, a partire dall’anno 2018 l’imposta di soggiorno al fine esclusivo di finanziare interventi per lo sviluppo dell’economia del turismo, concordati con le più rappresentative delle associazioni di categoria delle imprese ricettive e degli appartamenti ammobiliati ad uso turistico di cui alla lr.32/2014;
  1. i Comuni suddetti hanno altresì formalmente confermato la volontà di gestire ed applicare l’imposta di soggiorno secondo i principi dell’equità fiscale e contributiva mediante l’applicazione dell’imposta a coloro che alloggiano in tutte le tipologie di strutture ricettive ubicate nel proprio territorio, inclusi gli appartamenti ammobiliati ad uso turistico, e la pianificazione ed attuazione di concrete ed efficaci azioni di contrasto e lotta all’abusivismo;
  1. le associazioni di categoria provinciali Confesercenti Savona, Federalberghi Savona, FAITA Savona, FIMAA Savona e Unione Associazioni Albergatori della provincia di Savona e FIAIP Savona, nonostante la loro contrarietà di principio all’introduzione di nuove tasse o tariffe, inclusa l’imposta di soggiorno, più volte formalmente e mediaticamente espressa anche in forma congiunta, preso atto della volontà suddetta dei Comuni, al fine di creare i presupposti gestionali e regolamentari maggiormente utili a rendere sostenibile ed equa per le imprese e per il sistema economico l’introduzione della nuova imposta, hanno chiesto la possibilità di sottoscrivere un accordo di collaborazione, vincolante per entrambe le parti, in cui fissare i principi e le regole utili alla programmazione ed attuazione d’interventi(servizi, investimenti, infrastrutturazione, promozione ed accoglienza) per lo sviluppo e la competitività del turismo.

Rilevato che in seguito alla proficua riunione tra Amministrazione Comunale e Associazione Albergatori Alassio  del 11 dicembre c.a. sono state apportate migliorie all’accordo sottoscritto dall’associazione Provinciale .

Preso atto della percezione emersa in seguito a ciò da parte di alcuni amministratori comunali ci preme ribadire che :

a)l’associazione di Alassio  ribadisce nel modo più assoluto la propria contrarietà all’introduzione della tassa di soggiorno o nuove tasse così come testimoniato dalla massiccia presenza il Consiglio Comunale la scorsa settimana ;

b) la propria disponibilità alla costruzione di nuove politiche turistiche e conseguenti prodotti da eventualmente finanziare con eventuale tassa o contributo una volta a regime .

c) il rispetto degli impegni sottoscritti nell’accordo di sviluppo del turismo dall’associazione provinciale ribadendo quanto in premessa  .

                                                                                            Aurelio Macheda, Presidente Associazione Albergatori Alassio

INTANTO A LAIGUEGLIA IL DECANO ANGELO MARCHIANO

DOPO ANNI E’ RIUSCITO A REGALARE AI CLIENTI I TERRAZZINI

Angelo Marchiano è stato presidente locale, provinciale e ligure degli albergatori ed è titolare dell’Hotel Splendid, 4 stelle (foto Silvio Fasano)

Non pare abbia fatto notizia, eppure se visto da chi sa cosa significa poter investire nel turismo alberghiero tradizionale anche potendo realizzare solo dei terrazzini, va a merito ed onore dell’impegno, della serietà, dell’esempio del fare e lottare. E’ quanto emerge, pur senza dichiarazioni interessate, nel constatare che a Laigueglia, culla del turismo, a volte bistrattata da scelte urbanistiche e da disincentivi di fatto, a resistere come albergatori, c’è chi va quasi controcorrente. E’ il caso dell’Hotel Splendid Mare, unica struttura della cittadina presente e consigliata dalla Guida Michelin, con valenza nazionale ed internazionale. Qui in punta di piedi, il decano cav. Angelo Marchiano (è stato presidente locale, provinciale, regionale della categoria, con un grande carica di attivismo e di informazione attraverso un notiziario curato da Romano Strizioli) ha ottenuto dal Comune – era ora si direbbe – di poter offrire qualcosa di significativo e piacevole alla clientela. La realizzazione, dopo un iter abbastanza complesso per la tutela storica ed ambientale, di 13 balconi per altrettante camere con vista mare. Piccole strutture di due metri per uno, o poco più. Sono in corso di realizzazione con progetto presentato dal geometra Francesca Ardissone che in gergo tecnico ha ottenuto “la realizzazione di 13 balconi e modifica bogature”.

Una buona notizia, un plauso a chi come Marchiano, pur non avendo disdegnato un periodo di attività di imprenditore edile ed immobiliare, sulla costa, e soprattutto in quel di Casanova Lerrone, ha sempre avuto le idee chiare a proposito di ‘industria alberghiera’. Alcuni mesi fa trucioli.it l’aveva intercettato durante una delle abituali camminate sul lungomare. Alla domanda se c’è ancora qualcuno a livello regionale, provinciale che ‘chiede consigli’ alla luce della sua esperienza non ha avuto difficoltà a rispondere di no. Eppure la saggezza e l’esperienza non farebbe male a chi oggi rappresenta la categoria, ma anche a chi ha la responsabilità di fare scelte, di amministrare nel pubblico. Marchiano che pur avendo affidato alle nuove generazioni della famiglie il timone delle attività, è sempre vigile ed attento. Due anni fa aveva affidato alle stampe il libro L’Angelo del turismo scritto dal giornalista alassino Daniele La Corte. Per non dimenticare, per ricordare cosa è stato il turismo a Laigueglia, i suoi maggiori protagonisti.

La Michelin Italia nel descrivere la Splendid parla di “hotel storico ed accogliente, un soggiorno rilassante negli ambienti signorili di un edificio quattrocentesco, ristrutturato nel 1700 e poi ancora in anni recenti, che conserva il fascino di un antico passato. Camere piacevoli (40 e 2 suites), alcune si affacciano sul mare, altre sulla bella piscina”.

Laigueglia che ha saputo, tra le prime in Liguria, creare la pedonalizzazione del suo centro storico e c’è chi ricorda quanti maldipancia e reazioni ostili. Laigueglia che ha saputo dare la cittadinanza onoraria a personaggi capaci di conquistare una grande caratura nazionale, con le capacità, competenze, i traguardi ed i risultati. Pensiamo al giornalista che a Laigueglia ha comprato casa,  Giulio Anselmi, tra i principi del giornalismo italiano e dell’editoria. Laigueglia che negli anni ha scelto di investire in manifestazioni di ampio richiamo, come il Trofeo Ciclistico.

Lavori in corso all’hotel Splendid nel centro storico di Laigueglia per dotare le camere fronte mare di un terrazzino

 


Buon Natale dal Santa Corona, sale operatorie ‘chiuse’ per 17 giorni, Albenga noE a Savona la corsa dei Babbi Natale 2017

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Ad Albenga la buona notizia: le camere operatorie affidate al Policlinico del presidente Massimo De Salvo restano in piena attività nel periodo natalizio. Non sarà così al S. Corona, al San Paolo e al S. Giuseppe. Quanti sono i pazienti in lista d’attesa per essere operati. Mancano dati ufficiali: privacy ? trasparenza? Sappiamo solo che sono tanti, troppi. Giorno per giorno, faticosamente, nonostante tagli, cancellazione di sedute operatorie, urgenze, imprevisti, scioperi, c’è chi ‘obbedisce’ e tace, si rassegna fiducioso. E le urgenze da smaltire ? Certo, ci sono, quante? Forse ci sarà pure chi non si è stancato di protestare, a bassa voce, fuori dal coro. Ogni tanto qualche titolo di allarme, soprattutto da parte della brava Silvia Andreetto, sul Secolo XIX, che conosce più di altri colleghi le segrete cose dell’ospedale pietrese. Si tace, dall’interno, per paura di ritorsioni ? Lo ignoriamo, pare di sì. E non sarebbe una verità inedita. Qui gli inviati speciali non arrivano da decenni. Mentre continua la discesa delle copie vendute in edicola.

COMUNICATO STAMPA NATALIZIO: LA CORSA DEI BABBI NATALE 2017

Cari amici e sostenitori, su richiesta degli organizzatori trasmetto con piacere  l’iniziativa in oggetto. E’ noto a tutti che la pediatria del San Paolo senza le iniziative benefiche del CRESCI, volte a raccogliere finanziamenti per il reparto, non potrebbe erogare una serie di servizi fondamentali per i nostri bimbi malati. Anche quest’anno la corsa dei babbi natale e il concerto in piazza fanno parte di queste iniziative benefiche. Ogni adulto che si iscrive darà  due euro alla Cresci. Ogni bambino  che si iscrive darà un euro alla Cresci. Il ricavato per la cresci sarà interamente investito per i progetti legati al reparto di Pediatria dell’Ospedale San Paolo di Savona tra cui : La scuola in Ospedale, la Clown-terapia, Le fiabe della buona notte, Il progetto accoglienza. Ancora una volta i Babilonia Ethnic Band suoneranno dal vivo … questa volta al freddo e come sempre gratuitamente per pubblicizzare e sostenere le attività della Associazione Cresci e aumentare il più possibile la raccolta fondi. Chiunque volesse dedicare un pò di tempo per alcune delle iniziative dell’Associazione può rivolgersi alla   e mail  info@cresci.it . Con i più cordiali saluti e buon divertimento per chi può partecipare o vedere.

Il Presidente del comitato “Amici del San Paolo”, Giampiero Storti

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A chi è in coda poco importa, sa solo che deve rassegnarsi, soffrire, attendere, oppure emigrare in Piemonte, in Lombardia, chi può nel principato di Monaco. E una visita specialistica, pur privata, da un nuovo ‘mago dell’anca’ savonese ? Oltre due mesi d’attesa e appuntamento nello studio creato da una fondazione bancaria (Banca d’Alba) ad Albenga.

Torniamo all’attualità quotidiana. Anche quest’anno la sanità pubblica, con l’Asl 2, ha diramato l’ordine: stop alle sale operatorie da venerdì 22 dicembre, ripresa lunedì 8 gennaio. C’è da rimpiangere il Santa Corona ‘modello Miceli’, tanto per citare un personaggio pubblico che era diventato molto ‘potente’ e da presidente esperto della Commissione Sanità e Servizi Sociali della Regione Liguria, punto di riferimento per il ponente ? Ora è tornato alle dipendenze della Cooperativa sociale di Genova che si occupa soprattutto dell’inserimento nel lavoro di diversamente abili. E’ rimasto un vuoto si direbbe, ogni tanto suono la campana il pietrese geom. Luigi De Vincenzi, ex sindaco, consigliere regionale Pidiessino, ma siamo al ping pong, di risultati se ne vedono pochini.

Eugenio Porfido direttore generale Asl 2 del savonese

Per la cronaca oggi, come allora, la politica osanna nuovi traguardi, la lotta agli sprechi, la priorità verso i bisogni dei malati, sinergia e razionalizzazione. Eppure oggi come allora regna un cupo silenzio, almeno ufficiale, delle organizzazioni sindacali dei primari (il 10 maggio 2011 i giornali annunciavano la nascita del Collegio dei primari e l’elezione a presidente di Alberto Artom primario di medicina generale, gli altri due membri erano Carla Navone dirigente della Pediatria e Brunello Brunetto, primario di Anestesia ora al San Paolo; da allora più nessuna notizia), degli aiuti, dei medici, degli infermieri.

Anzi, per giusto conto storico, chi dagli anni 60 segue i fatti di questa provincia nei panni di cronista di strada, di pronto soccorso, di corsia, di uffici della direzione sanitaria ed amministrativa, di assemblee sindacali spesso infuocate, deve dare atto che durante la Prima repubblica – democristiana, socialista, socialdemocratica e repubblicana, comunista di opposizione spesso dura – , era più frequente dare voce ai dipendenti dell’ospedale, delle loro assemblee, del sindacato interno. Certo non mancava la deleteria presenza del massimalismo, di posizioni talebane ed estremiste, almeno certe problematiche gravi non restavano chiuse tra le mura, nelle stanze dei pazienti, negli uffici. Non erano tempi del tutto contro tutti e spesso i panni sporchi venivano lavati in piazza.

Ora il mondo sindacale, in tutte le sue realtà, è più debole, vulnerabile, ha meno seguaci o tifosi, paga lo scotto di un passato che non torna. Sono cambiate le stesse usanze, è più facile leggere una lettera di ringraziamento di un paziente che la denuncia – sempre più rara – di chi per non attendere tempi lunghi si rivolge a strutture sanitarie private. Non è un caso se siamo di fronte al grande boom di ambulatori privati, in qualche caso con tariffe più competitive, persino inferiori agli stessi ticket della sanità pubblica. I privati si sono organizzati e coalizzati (pochi esclusi) anche sul fronte degli ‘esami del sangue’. Forse non è neppure causale che la ‘rivoluzione sanitaria del centro destra’ berlusconiano – leghista abbia aperto porte e finestre all’ingresso di società per azioni e Srl in mano ad operatori privati. Ai vertici, in un paio di casi, non mancano personaggi che lungo la loro attività sono inciampati nella giustizia penale, poi arriva il tempo dei proscioglimenti, delle assoluzioni, delle archiviazioni, delle prescrizioni a cui pare non si rinunci quasi mai.

E siamo sempre in attesa di conoscere l’esito del ‘censimento’ di ambulatori, case di riposo, centri di riabilitazione e centri medici, annunciato, via media e comunicato stampa, il 10 ottobre 2016, dall’assessore Sonia Viale e dalla Lega Nord: “La Regione non ha il quadro della situazione, servono regole.  Siamo invasi dalla pubblicità di centri che offrono esami a prezzi stracciati e la Regione non ne sa niente, non è possibile. Che garanzie ha il cittadino che siano servizi di qualità ? C’è gente che mi ferma e mi chiede di questo o quel centro, rispondo che non lo so, non sono in grado di dirlo”. Come è andata a finire ? Nessuno l’ha più chiesto a leggere i giornali locali.

L’ing. Roberto Cuneo, presidente di Italia Nostra, ex direttore generale Asl 2 dal 1995 al ’98 quando fu licenziato. E’ stato consulente dell’Humanitas (famiglia Rocca origini loanesi) e di un gruppo di cliniche fuori Liguri. Il 7 febbraio 2017, Cuneo, scriveva una lettera pubblicata dal Secolo XIX  in cui  sosteneva che la sanità ospedaliera ligure è la più obsoleta d’Italia e sarebbe necessario un rinnovo totale degli ospedali. Genova ha una dimensione ospedaliera per 800 mila abitanti, mentre ne conta solo 600 mila.

Negli ospedali pubblici dell’Asl 2 si è affidata ad un manager di fiducia, pendolare da un’altra regione, la direzione e la regia. E non aveva esitato a far sapere che “ci sono troppi direttori e si fanno Tac inutili” (fonte Il Secolo XIX e La Stampa del 18 novembre 2016).  Eugenio Porfido, 61 anni, gavetta da medico di medicina generale, chiamato ai vertici ospedalieri di Pesaro, Livorno, Monza (da quella città arriva il gruppo che ha conquistato con appalto l’ospedale di Albenga e forse non sarà l’unico nel ponente), amministrava un’azienda (Asl 2) da 570 milioni di bilancio, 4.356 dipendenti, 1.035 posti letto.

Di recente in occasione dello sciopero nazionale dei camici bianchi si sono ascoltate le proteste (nazionali) a proposito di gravi carenze negli organi, blocchi di turnover. Il ministro ha girato la ‘colpa’ alle regioni, ognuna delle quali ha una sua ‘sanità’ e risponde al politico e al gruppo di potere di turno, magari fratellanza massonica inclusa se ha voce in capitolo e non si fanno la guerra tra obbedienze e logge, maestri venerabili.

L’interrogativo: nella sanità alla fin fine continuano a prevalere scelte elettorali, di campanile o si ha il coraggio di tener conto della giustizia sociale sanitaria purchè non vada a detrimento della comunità ? E che dire di quel primario del San Paolo che giunto alla pensione si è tolto qualche sassolino ed ha dichiarato ai giornali che quattro ospedali in provincia di Savona sono troppi a discapito di un servizio sanitario efficiente e moderno.  E nessuno gli ha controbattuto.  Il presidente Toti il 23 gennaio 2017 annunciava la privatizzazione del 15 per cento della Sanità Ligure, partendo dagli ospedali di Albenga, Cairo Montenotte e Bordighera. E  il 24 febbraio, il direttore generale Asl, Porfido, faceva sapere che “per i dipendenti Asl arriva il bus navetta San Paolo – Santa Corona e che lui per raggiungere i figli a Bergamo e Pesaro si affidava a Blablacar.

Tra i dati più recenti diffusi dalla Regione emerge che la spesa pro capite dell’assistenza ospedaliera savonese è di 607 €. Nel 2011 Il Sole 24 Ore pubblicava i dati ufficiali di un confronto della spesa sanitaria pro capite. Nel 2009 la Liguria spendeva 2.024 euro, il Piemonte 1.880, la Val d’Aosta 2.089.  La spesa pro capite per consumo farmaci a carico del Ssn era di 199,9 per la Liguria, 202 per il Piemonte e 182 per la Valle d’Aosta. Nel febbraio 2007 i quotidiani locali titolavano: “Porfido taglia i primari ma i servizi restano’. Non ci hanno più fatto sapere il seguito, i numeri. Pochi giorni dopo altri titolo: “Il direttore del reparto di chirurgia vertebrale in pensione dal 4 marzo, Giuseppe Tabasso, sbatte la porta, impossibile lavorare al Santa Corona, troppi tagli, vado nel privato“. Tra le altre cose denunciava: “Gli infermieri, per ordine della direzione sanitaria, si rifiutavano di chiamare i pazienti per mancanza di una lista d’attesa”.  Pertanto era lo stesso Tabasso a comunicare  ai pazienti che al Santa Corona non poteva essere operati.  “Nel novembre 2015 insieme ad un gruppo di colleghi avevamo spiegato bene la situazione all’assessore Viale che avevamo promesso un rapido riscontro, non abbiamo più saputo nulla”.

Il dr. Porfido al Lions Vada Sabatia aveva ricordato che i costi delle attrezzature ospedaliere sono molto ridotti rispetto a pochi anni fa ed accade in generale per tutta la tecnologia. Aveva puntato l’indice all’abuso di Tac, a suo dire, con i pazienti anziani quando basterebbero radiografie. Sarà per questo che oggi costa più caro il ticket di una radiografia in ospedale che quanto si paga in una struttura privata di Toirano che dispone di nuovissime attrezzature spesso affidate a giovani medici. E nelle diagnosi più complesse i medici di famiglia e gli specialisti storcono un po’ il naso sull’affidabilità e competenza professionale. E poi, per lui che è nativo di Bergamo Alta, esistono sproporzioni sul numero dei direttori rispetto agli standard medi ed “è falso pensare che la perdita di uno di loro corrisponda a quella di un reparto”. E ancora aveva rilevato “la presenza di troppe unità operative rispetto ai parametri nazionali”. Avrà ragione se non tiene conto, come avviene nella ripartizione dei fondi, che con la presenze turistiche la popolazione sanitaria triplica.  Poco più di un anno fa  annunciava  che “era giunta l’ora di separare le carriere; il direttore di dipartimento si occupa solo per la gestione per sette anni, quindi ritorna in unità operativa e in quel periodo segue solo la clinica dei suoi pazienti”.

E i reparti con nomea d’eccellenza ? Porfido rispondeva: “ Non deve più esistere perchè tutta la struttura dovrebbe essere eccellente. Bisogna cambiare abitudini.” E a proposito delle visite dei parenti osservava: “Non solo d’accordo con il ‘tutti fuori’, viceversa è costruttivo che uno di loro (parenti) rimanga ad osservare il personale nel trattamento per apprendere metodi da ripetere, se necessario, a casa”.

Cosa è cambiato a poco più di un anno di ‘cura ‘ Porfido e dell’assessore alla Sanità, Sonia Viale, leghista mai coinvolta in vicende private e pubbliche poco commendevoli. Pure lei, persona abbastanza semplice, schiva, ha dovuto abituarsi al ‘visibilità a 360 gradi’ nel metodo di comunicazione instaurato con la venuta del giornalista, ex direttore del Telegiornale (rete 4) di Mediaset, Giovanni Toti. L’ufficio stampa della Regione trasformato in una efficiente ‘macchina da guerra’ informativa. Siamo passati da una media  di tre – quattro comunicati stampa giornalieri della lunga era del presidente Claudio Burlando ai sei – sette dei nostri giorni. Sulle televisioni liguri (Rai 3, Telenord, Imperia Tv) è più facile vedere ed ascoltare il presidente Toti, alcuni suoi assessori, che singoli giornalisti impegnati nei servizi. Cittadino informato, cittadino evoluto ?  Ai tempi di Scajola ministro fecero scalpore alcuni diktat e messe all’indice per il tg regionale Rai accusato di faziosità a sinistra e non dare spazio agli avversari.

Per ora accontentiamoci di cosa ‘passa il convento’ ai  media che dovrebbero fare il cane da guardia per una sanità da paese civile. La carta stampata continua a perdere copie. Per i pazienti della sanità ligure la ‘rivoluzione dell’efficienza’ è ancora in mezzo al guado. La seguiremo con più diligenza ed approfondimenti. Vediamo intanto qualche utile confronto, anche se non sono certo le buste paghe che dovrebbero preoccupare. Anche i ‘baroni’ sanno, hanno provato sulle loro tasche, che una volta lasciato l’ospedale pubblico, il volume di ‘introiti’ inizia una fase calante per esaurirsi col tempo e la vecchiaia.

CORREVA L’ANNO 2013

Correva l’anno degli stipendi lordi 2013, il direttore generale designato dal centro sinistra Flavio Neirotti guadagnava era il quarto nella graduatoria – classifica con 134,801, preceduto da Mereu, Barabino, Padolecchia, Bellotti. Seguito da Ingravaglieri, Artom e nelle ultime due posizioni Valterio Valsania (neurochiarurgia, con 74.775) e Carlo Ghini (oculista con 58.694). Dalle dichiarazioni complessive mancavano i dati realtivi all’intramoenia

CORREVA L’ANNO 2011

STIPENDI ALL’AUTORITA’ PORTUALE DI SAVONA UTILE CONFRONTO CON LA SANITA’ PUBBLICA

NINO MICELI IN CAMPAGNA ELETTORALE 2010

A LOANO COME DIVENTARE UNA ‘MAMMA ECOLOGICA’ E RISPARMIARE

Venerdì 15 dicembre, a Loano alle ore 17.30, si svolgerà una nuova iniziativa della rassegna di incontri per i genitori, organizzata dall’Associazione Non parto di Testa con il patrocinio dell’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Loano.  

Nella Biblioteca Civica a Palazzo Kursaal, si terrà la conferenza Conoscere il metodo Montessori a casa e scuola”

Ad approfondire il tema sarà la docente Annalisa Perino, pedagogista e formatrice del metodo Montessori della Fondazione Montessori Italia. L’incontro è ad ingresso libero e per i bambini ci sarà p un angolo morbido e un laboratorio.

Non Parto di Testa è un’associazione a sostegno della maternità e delle famiglie, nata nel 2010 a Loano. La filosofia che guida tutti i progetti di Non Parto di Testa è facilitare e migliorare la vita della mamme e delle famiglie, nel rispetto dell’ambiente. L’Associazione ha promosso in vari comuni il progetto “Diventa una mamma ecologica”, che offre alle mamme e alle famiglie informazioni e sostegno sul parto naturale e sull’allattamento al seno, dimostrazioni sull’uso dei pannolini lavabili, offrendo kit prova, proposte ludiche che incoraggiano il riciclo e l’uso di giocattoli creati con la fantasia e materiali semplici e naturali, scambio di vestitini e accessori per bambini.

 

MondoMarine e la grande frode chi si è rimboccato le maniche e chi noSi indaga su un ‘buco’ da 30 milioni

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Non avevano tutti i torti i lavoratori di MondoMarine, la storica azienda savonese sull’orlo del fallimento, a non fidarsi delle parole ma soprattutto dei comportamenti della proprietà. La mattina del 13 dicembre, all’arrivo nel cantiere occupato da quasi dieci giorni, gli operai si sono trovati di fronte la Guardia di Finanza che per tutta la giornata ha minuziosamente perquisito il sito e gli uffici alla ricerca di materiale probatorio per una inchiesta che, partita sottotraccia, rischia ora di avere effetti dirompenti. La Procura di Savona sta infatti approfondendo la posizione di una lunga serie di consulenti, amministratori e soci dell’azienda compresa l’attuale azionista di maggioranza Alessandro Falciai. Pesanti le ipotesi di reato, che vanno dalla truffa al falso in bilancio, dalla bancarotta al ricorso abusivo al credito. Chi ha causato il dissesto ? Si troverà il Cavaliere bianco della salvezza ? In grado di sanare un ‘buco’ da 30 milioni di euro spariti e finite nelle tasche di qualche farabutto. Denaro frutto di caparre di clienti del cantiere.A presentare la denuncia è stato proprio un pool di imprenditori che avevano a suo tempo versato sostanziosi anticipi per la costruzione di yacht nel cantiere savonese, salvo poi trovarsi con nulla in mano. Tra i maggiori gabbati un ‘nababbo’ di Monte Carlo. Nella tarda serata di mercoledì, gli uomini della Guardia di Finanza erano ancora al lavoro nella sede dell’azienda, in lungomare Matteotti a Savona, per controllare la contabilità e i documenti amministrativi. Analoghe perquisizioni sarebbero state eseguite nella stessa giornata anche a Pisa e nella sede milanese della società. Il tutto coordinato dal magistrato esperto in reati finanziari e societari dr. Ubaldo Pelosi.

Se le accuse saranno confermate, il dissesto della MondoMarine non sarebbe quindi da ascrivere alla crisi finanziaria o a squilibri di mercato ma ad una serie di comportamenti fraudolenti, di cui a fare le spese sarebbero stati i lavoratori.

Acquisterebbe così un senso diverso anche l’atteggiamento della proprietà del cantiere, che non ha mai presentato la richiesta di concordato preventivo (ultima scadenza era 6 dicembre). Sarebbero stati i commissari giudiziari, a fronte della decisione della Palumbo Group Shipyard di presentare la richiesta d’affitto di ramo d’azienda, a rimandare la decisione definitiva sulle sorti dell’azienda (che occupa attualmente 57 lavoratori a Savona) al 19 dicembre.

Dalle parole dei lavoratori della MondoMarine, che continuano l’assemblea permanente e l’occupazione del cantiere, emerge la preoccupazione per le sorti dell’impresa, nel timore che l’indagine possa interferire nella procedura d’affitto in corso. Ma l’apertura dell’inchiesta potrebbe paradossalmente favorire una soluzione positiva della vicenda: le poste attive eventualmente ritrovate potrebbero entrare nella disponibilità dei curatori ed alleggerire la posizione finanziaria dell’azienda in vista dell’affitto temporaneo e del bando di gara che dovrà essere emanato nel prossimo semestre.

L’iter per il salvataggio è peraltro ancora ben lontano dalla conclusione: deve ancora essere firmato l’accordo sindacale con il Gruppo Palumbo (e sarà l’occasione per verificare il reale contenuto della “clausola sociale” inserita, sembra a richiesta dei commissari, a tutela dei lavoratori), a cui seguirà la pronuncia del tribunale, mentre il Comitato Portuale di Genova dovrà esprimersi in merito alla concessione dello spazio acqueo e all’affitto aziendale.

Intanto venerdì 15 dicembre è fissato il primo incontro tra i lavoratori del cantiere e i rappresentanti della Palumbo, mentre mercoledì 20 la RSU aziendale sarà di nuovo al Ministero per lo Sviluppo Economico: sarà interessante capire quale sarà l’atteggiamento dei rappresentanti del governo a seguito della nuova situazione venutasi a creare a seguito dell’intervento della magistratura.

“Le dichiarazioni di Paolo Pietrogrande, l’ingegnere chiamato dalla proprietà per la gestione della crisi di MondoMarine, non sono completamente corrette, ed è bene che l’opinione pubblica lo sappia”. I lavoratori della storico cantiere savonese, riuniti in assemblea permanente davanti allo stabilimento occupato dal 4 dicembre, giudicano decisamente prematuro l’intervento del dirigente, secondo il quale l’impresa – grazie anche all’impegno del cda e del proprietario Alessandro Falciai – sarebbe quasi fuori pericolo, con la salvaguardia dell’occupazione ed il mantenimento della vocazione produttiva.

Savona il sindaco Caprioglio incontra i lavoratori MondoMarine

“La MondoMarine, oltretutto, non ci sembra titolata a parlare, visto che non ha presentato alcun piano concordatario entro il termine previsto”. Tra le previsioni  il 19 dicembre la MondoMarine potrebbe essere dichiarata fallita e nel fallimento portarsi dietro 57 lavoratori a tempo indeterminato (e 27 a Pisa) che saranno licenziati. A meno che non si faccia avanti il ‘salvatore’.

Il fatto che la Palumbo Group Shipyard abbia firmato una richiesta per l’affitto di ramo d’azienda è un fatto positivo ma, per ora, la soluzione è ancora lontana. “Leggiamo di una “clausola sociale” che sarebbe stata espressamente richiesta dai tre commissari e dall’Autorità Portuale e che prevederebbe un impegno da parte di Palumbo a riassorbire tutti i lavoratori. I giochi, però, non sono così semplici come sembra di capire dalle parole di Pietrogrande. Palumbo si è impegnato a riassorbire immediatamente solo nove lavoratori per giustificare, con la nuova società appositamente creata allo scopo, l’affitto del ramo d’azienda attraverso, pare di capire, delle operazioni di “refitting”. Poi, l’affitto ha un termine (sei mesi) entro il quale i curatori fallimentari dovranno indire la gara d’appalto per la vendita del complesso produttivo. Non abbiamo dubbi sul fatto che Palumbo, che è un armatore e che conosce il mondo della nautica e della cantieristica navale, venga a Savona per “fare impresa”, ma il passaggio da MondoMarine a Palumbo è tutt’altro che automatico: se arrivasse qualche altro imprenditore con un’offerta più alta, i curatori non potrebbero fare altro che cedere a lui l’attività, con il rischio di non continuare la tradizione delle costruzioni navali a Savona. Quindi, per ora né la salvaguardia dell’occupazione né il mantenimento della vocazione produttiva locale sono assicurati”.

I lavoratori MondoMarine sono preoccupati sia per la destinazione finale del cantiere sia, soprattutto, per i risvolti occupazionali. “La clausola sociale è stata citata da tanti ma per ora noi non l’abbiamo vista. Nell’accordo sindacale che la RSU sarà chiamata a firmare all’Unione Industriali venerdì 15 dicembre e che è condizione necessaria per completare le procedure per l’affitto, non potrà non esserci un eco della nota a salvaguardia dell’occupazione”. Le due partite sono ufficialmente slegate tra loro, ma in mancanza della firma sull’accordo la trattativa potrebbe saltare, con le conseguenze del licenziamento senza appello. “Vedremo innanzitutto la clausola sociale e andremo a trattare, che è il ruolo della RSU. Certo, la situazione non è facile e i tempi sono molto stretti, ma vogliamo avere certezze sul nostro futuro. Anche per questo abbiamo deciso di continuare l’assemblea permanente e l’occupazione del cantiere, e chiediamo a tutta la popolazione savonese di continuare a manifestare la loro solidarietà. Su una cosa Pietrogrande ha ragione: raramente come in questo caso c’è stata una convergenza di impegno e tutti – lavoratori, istituzioni, parti sociali, commissari giudiziali, Autorità Portuale, si sono rimboccati le maniche con l’obiettivo di salvare l’azienda. Tutti, meno MondoMarine”. Ma su tutto pesa ora la svolta dei primi riscontri dell’indagine tributaria e giudiziaria. C’è persino un tintinnio di manette.

 

Piemonte: c’era una volta il treno e oggi?

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Sabato 16 dicembre 2017, alle ore 10:00, nella Villa Paolotti di Gattinara, si terrà il convegno intitolato: C’era una volta il treno. Quale futuro per la nostra ferrovia? “Cosa accade e quale è la situazione dei collegamenti  ferroviari di ieri e di oggi in Piemonte. Sempre peggio dicono i dati statistici. Quali proposte e soluzioni ? Tra i relatori l’ing. dr. Roberto Borri.

LETTERA DEL SINDACO DI GATTINARA

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO: IL LIMBO DELLA SOSPENSIONE

Il sindaco di Gattinara Daniele Baglione

“C’era una volta il Treno” non è purtroppo il titolo di un film di Sergio Leone, ma un melodramma moderno che ha come protagoniste le linee ferroviarie piemontesi e come regista la Regione Piemonte che negli ultimi anni ha soppresso o sospeso molte delle linee secondarie utilizzate da pendolari e turisti. Tra le linee sospese, in un limbo che dura ormai da 5 anni c’è anche la linea Santhià- Arona inaugurata nel lontano 1905 e sospesa dal 2012, con l’azzeramento del servizio ferroviario per un intero territorio con un bacino d’utenza di oltre 100.000 abitanti.
Fin da subito Amministrazioni Locali e Comitati di Viaggiatori e Cittadini si sono movimentati per far ripristinare la linea che consentiva di collegare il territorio con Torino, la Svizzera e i Laghi, ma dopo più di 1800 giorni senza risposte ora è il momento di pretenderle.
La domanda è banale, ma determinante: tornerà a passare il treno nel nostro territorio?
La nostra linea, da 5 anni sospesa, verrà riaperta o è soppressa di fatto?
Ci si riempie la bocca con il concetto di mobilità sostenibile e poi si abbandona un intero territorio privandolo dei treni, sostituiti poco e male dai bus, con servizi pubblici scadenti o inesistenti come nel fine settimana dove se non si ha l’auto non ci si può muovere.
Nel limbo della sospensione non vi sono certezze se non il totale abbandono delle linee, l’avanzare della selva sui binari e il degrado progressivo e inarrestabile delle Stazioni.
Nel frattempo è nata l’Agenzia per la Mobilità Piemontese (quale mobilità?) da cui però non vi sono risposte né programmazione concreta per il territorio in cui viviamo.
Amministriamo e viviamo il nostro territorio e pretendiamo di poter sviluppare progetti di medio-lungo periodo che riguardino anche la mobilità dei nostri cittadini, ma il limbo della sospensione è l’emblema stesso nell’immobilismo a cui noi non vogliamo cedere.
Per fare il punto della situazione e per sbloccarla, in dicembre si terrà a Gattinara un incontro tra tutti gli interessati alla linea Santhià-Arona al quale saranno invitati tutti i responsabili della mobilità regionale a cui, insieme ai Comitati e ai Cittadini chiederemo risposte precise e puntuali.
Inoltre ci uniremo con altre realtà territoriali a noi vicine per portare avanti le istanze che ci accomunano: chiarezza per il territorio e sviluppo sostenibile, questo è l’unico film che ci interessa.
Daniele Baglione
Sindaco di Gattinara

 

 

Loano, io papà che da 15 anni pratico la ‘resilienza’ per amore di mia figlia

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Giorgio Genta laureato in farmacia, designato nel giugno 2014, con concorso e contratto triennale, direttore del distretto sanitario Savonese anche in funzione dell’esperienza maturata svolta da anni con impegno e che comprende Albisola Superiore, Albissola Marina, Bergeggi, Celle Ligure, Mioglia, Pontinvrea, Quiliano, Sassello, Savona, Spotorno, Stella, Urbe, Vado Ligure, Varazze. Genta appartiene ad un antico casato di Loano (e una parentela con la famiglia Elice che diede alla città dei Doria un sindaco galantuomo) è testimonianza vivente di un padre che lotta con il mondo della disabilità per una figlia diversamente abile. Dedizione e sacrificio, una prova al limite delle umane forze, sorretti da una fortissima forza d’animo che può capire soprattutto chi ne è protagonista diretto in una battaglia che lo stesso Genta definisce di ‘resilienza’, trar forza dalle stesse difficoltà della vita. Leggi anche il Taddy Beard Toss a Loano, a fondo pagina.

Il dr. Giorgio Genta presidente dell’Associazione DopoDomani onlus di Loano (foto Ivg.it)

Ebbene, sabato 16 dicembre, a Loano, si svolge un nuovo appuntamento della rassegna Libri sotto l’albero promossa dall’Assessorato al Turismo, Cultura e Sport del Comune di Loano. Alle ore 16.30, nella Civica Biblioteca, proprio Giorgio Genta, presidente dell’Associazione DopoDomani Onlus, presenterà il libro “Combattendo la disabilità gravissima con una vita (quasi) normale” . Genta incontrerà il pubblico per raccontare la sua esperienza e quella di tante famiglie che ogni giorno affrontano le difficoltà del mondo della disabilità. A condurre l’incontro sarà la curatrice della rassegna Graziella Frasca Gallo; l’accompagnamento musicale e canoro affidato al Maestro Roberto Sinito.

Ormai è diventa una tradizione per me presentare un libro in occasione del Natale. – spiega il dr. GentaChi mi conosce sa che due sono i filoni dei miei racconti: la storia un po’ romanzata del “Bel Paesello” (Laudano, Laudanum, Loa, Loano che dir si voglia) e il tema della disabilità in famiglia. Il mio nuovo libro è dedicato alla disabilità. È una cronistoria che abbraccia gli ultimi 15 anni. Il titolo abbastanza lungo è una dichiarazione d’intenti: “Combattendo la disabilità gravissima con una vita normale”. È una battaglia che può essere vinta, soprattutto riguardo all’eliminazione o all’attenuazione dell’handicap che è la componente sociale della disabilità. L’operazione è costosa di per se, soprattutto in energie umane e richiede sinergie tra i vari soggetti: persona con disabilità, la sua famiglia, la società tutta ma i risultati sono spesso notevoli e qui a Loano ne abbiamo un ottimo esempio: “un mare di possibilità per le persone con disabilità” come cita il sito web del Comune. Se dovessi definire in poche parole questa battaglia sceglierei la parola resilienza, cioè trar forza dalle difficoltà della vita. La resilienza è allargata a tutte le famiglie con disabilità, almeno a quelle che conosco. Le loro esperienze e i loro risultati positivi sono condensati nei racconti del libro. Nel libro c’è molto di personale. Alcuni racconti trattano di viaggi. Non è così difficile viaggiare per le persone anzi per le famiglie con disabilità, è solo più faticoso e forse un po’ più costoso. Bisogna pianificare tutto per bene, non dimenticare nulla, specialmente le cose indispensabili ed avere un buono spirito d’avventura.”

Dalla collaborazione con l’associazione Dopodomani Onlus è nato il progetto di Villa Amico, centro per l’integrazione sociale delle persone con disabilità complesse. L’idea, in linea con l’intendimento del donatore Bernardo Amico, è quella di dar vita ad una ristrutturazione globale dell’immobile mantenendo la caratteristica immagine di villa padronale e di attrezzarlo per ospitare un “Dopo di Noi” dedicato a disabili gravi, il tutto immerso in un grande parco aperto al pubblico.

«Si tratta di una struttura residenziale d’eccellenza – spiega Giorgio Genta, presidente dell’Associazione Dopodomani Onluse forse unica in Liguria per le sue caratteristiche innovative, aperta sul territorio, capace di sviluppare l’autonomia degli ospiti, integrarli efficacemente nella comunità locale e permettere loro la miglior qualità di vita possibile. E non solo. L’intento è quello di creare una struttura sede di servizi per tutta la comunità, che sia in grado di offrire ospitalità anche nei fine settimana o per periodi brevi così da preparare il distacco graduale e non traumatico del disabile dalla famiglia e di promuovere soggiorni “di sollievo” per le famiglie che hanno impedimenti momentanei. Inoltre, la struttura dovrebbe diventare un centro di studio capace di individuare le necessità della popolazione con disabilità e di preparare il personale di assistenza».

IL PRESENTE ED IL FUTURO DI VILLA AMICO

Villa Amico … per il Dopodomani è un progetto ambizioso, nato con l’appoggio del Comune di Loano e promosso dal l’Associazione Dopodomani Onlus per iniziativa di un gruppo di genitori di ragazzi disabili con l’obiettivo di individuare le modalità per realizzare nel lascito “Amico”, una struttura residenziale rivolta a disabili gravi e gravissimi in regime di “dopo di noi”.

L’idea, in linea con l’intendimento del Donatore avv. Bernardo Amico, è quella di dar vita ad una ristrutturazione globale dell’immobile, mantenendo la caratteristica immagine di villa padronale, e di attrezzarlo per ospitare un “Dopo di Noi” dedicato a disabili gravi, il tutto immerso in un grande parco aperto al pubblico .

Una struttura residenziale d’eccellenza, forse unica in Liguria per le sue caratteristiche innovative, aperta sul territorio, capace di sviluppare l’autonomia degli ospiti, integrarli efficacemente nella comunità locale e permettere loro la miglior qualità di vita possibile. E non solo. L’intento è quello di creare una struttura sede di servizi per tutta la comunità, che sia in grado di offrire ospitalità anche nei fine settimana o per periodi brevi così da preparare il distacco graduale e non traumatico del disabile dalla famiglia e di promuovere soggiorni “di sollievo” per le famiglie che hanno impedimenti momentanei. Inoltre, la struttura dovrebbe diventare un centro di studio capace di individuare le necessità della popolazione con disabilità e di preparare il personale di assistenza.

Infine, una caratteristica fondamentale del progetto è quella di mirare ad una forma di assistenza “a carattere familiare” utilizzando come volontari i familiari degli ospiti. Naturalmente per realizzare tutto ciò sarà necessario raccogliere non poche risorse economiche.

A tutt’oggi (e siamo circa a 3/4 dei lavori) è stato fondamentale l’apporto finanziario della Regione Liguria, della Fondazione “A. De Mari”, della Fondazione Fronk Anita di Capudi Raoul e il contributo dei cittadini sensibili alle tematiche della disabilità. Periodicamente la comunità viene informata sul progredire dei lavori attraverso una serie di eventi collaterali dedicati all’iniziativa, organizzati con il sostegno del Comune di Loano.

Pietra: Confuochino indigesto e spettacolando un ‘vaffa…’ del sindaco a…

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Dopo il ‘festival di Sanscemo’, ad alta voce il sindaco (Dario Valeriani), in piazza, ha elargito un natalizio ‘vaffa…’ “inveendo con disprezzo all’indirizzo dell’iniziativa del Confuochino ed io ero a dieci metri di distanza”. Un anticipio di Buone Feste all’insegna della scontro, nulla di fisico beninteso, in quel di Pietra Ligure. Ultimo, solo in ordine di tempo, pomo della discordia per la scelta, molto ironica o se volte goliardica, dell’opposizione consiliare, capeggiata da Mario Carrara, di organizzare un Confuochino, ‘fratello’ minore dello storico Confuoco, assegnando il ‘premio di pietrese dell’anno’ allo stesso primo cittadino che parrebbe non aver gradito. Ma era proprio il caso di provocare ? A leggere nero su bianco, la minoranza non fa pettegolezzi, non parla dietro la schiena, te lo dice in faccia e apre il libro. Dialettica democratica, libertà di pensiero e critica ? Ai cittadini, informati, l’ultima parola.

CONFUOCHINO 2017

Il gruppo consiliare della Lista Civica dei Pietresi, dell’opposizione nel Consiglio Comunale di Pietra Ligure, istituendo un attestato a chi, durante l’anno che sta finendo, si sia distinto,  nel “bene” o nel “male”, nella città di Pietra Ligure, conferisce il  Diploma di

PIETRESE DISTINTO 2017 a VALERIANI AVIO detto Dario, Sindaco di Pietra Ligure.

Motivazioni:

* Durante il 2017, anziché diminuire le pesantissime tasse comunali, come aveva promesso, ha istituito anche la “tassa di soggiorno”!

* Durante il 2017, il costo dell’acqua di Pietra Ligure, regalata a “Ponente Acque” senza garanzie sulle tariffe, é aumentato a dismisura, fino a pagarsi per un solo trimestre quanto prima si pagava per un intero anno!

* Durante il 2017, quasi tutti i parcheggi del centro sono diventati a pagamento e le tariffe sono state anche aumentate.

* Durante il 2017, é stata fatta un’opera “divisiva” per la città, come “l’imposizione” della nuova piazza Vittorio Emanuele ll, opera non urgente, e non sono state fatte opere necessarie come la piazza Vecchia e via Libertà o i nuovi argini del fiume Maremola.

* Durante il 2017, é stata decisa un’altra opera “divisiva” come la pavimentazione davanti alla chiesa del Soccorso, che sta sconvolgendo la viabilità e lacerando il quartiere.

* Durante il 2017, sono “morti”, o tagliati, o “deportati” tanti alberi, come mai era successo a Pietra Ligure (tra palme, pini, oleandri, magnolie) senza essere integralmente sostituiti. I parchi pubblici, in preda ai vandali, son stati lasciati in malora.

* Durante questa fine d’anno 2017, la città sta vivendo il Natale più triste della sua storia, per gli inesistenti addobbi e le misere e scarse luminarie natalizie.

Pietra Ligure, Confuochino 2017, 20 Dicembre 2017

Mario Carrara.                     Nicola Seppone.        .Maurizio Novara

SCRIVE ANCORA MARIO CARRARA….

Il sindaco di Pietra Ligure, Valeriani, con l’assessore Rembado

In merito alla celebrazione del primo “Confuochino” al ristorante “Il Confuoco”, dobbiamo rimarcare un ingiustificato “comportamento” del Sindaco Valeriani, cui sono saltati i nervi domenica scorsa, già durante la cerimonia ufficiale del Confuoco, poco prima dell’accensione della pira dell’alloro, quando con un’aggressività sconosciuta, ha “attaccato” l’iniziativa del “Confuochino”, bollandola quasi come fosse un “delitto di lesa maestà”; inoltre, subito dopo, di fronte a molte persone, inveendo ad alta voce contro un consigliere dell’opposizione della “Lista Civica dei Pietresi”, lì presente, come tutti gli altri, all’evento. Davvero un contesto fuori luogo per fare una indegna piazzata da “lavandaia”.

Anche a Genova e a Savona si svolge il  “Confuoco”.

Solo che a Genova ed a Savona sono le associazioni “A compagna” e la “Campanassa” che presentano gli auguri natalizi al Sindaco; prima degli Auguri, però, i rispettivi presidenti sciorinano al Sindaco stesso, che sta ad ascoltare, un elenco di cose che non vanno, che sono state fatte male, che non sono state fatte durante l’anno che sta volgendo al termine. Presentano, quindi, una vera relazione critica sullo stato delle rispettive città, per quel che riguarda l’anno decorso.

Qui, a Pietra Ligure, no.

Qui il Confuoco é una parata di personaggi dell’Amministrazione Comunale che, dopo aver insignito di  un diploma/premio chi ritengono, sfilano per le vie del paese e concludono la “parata” in piazza Vecchia, accendendo con enfasi la pira dell’alloro.

Non c’é più niente di “storico” nella manifestazione del Confuoco pietrese: vi ricordate, in passato, il corteo storico degli armigeri in costumi medioevali che attraversava la città, all’epoca di Giacomo Accame?

Non c’é più niente di folkloristico e pittoresco: vi ricordate, in passato, le partecipazioni e le esibizioni degli sbandieratori di Asti, venuti più volte?

Non c’é più niente nemmeno di “natalizio”: vi ricordate gli zampognari con cornamuse e zampogne vestiti all’antica con neri mantelli che suonavano “pive” e nenie del presepio?

Se non fosse per i bambini delle scuole che declamano le poesie e che cantano canzoncine natalizie, ialiane ed americane, in italiano ed in inglese, non sapremmo nemmeno più che siamo a Natale.

Se non fosse per la banda “Guido Moretti”, che “tiene su”, “regge” e “trascina”, musicalmente parlando, tutta la manifestazione, ci sarebbe un “vuoto silenzio”: il corteo assomiglierebbe a ben altro “tipo” di corteo.

Non si sa neanche più “perché” si celebra il “Confuoco” e cosa rappresenti: non ce n’é un accenno, anche “minimo”,  da nessuna parte!

L’impressione é che si faccia perché ” si deve fare ” e basta. Perché é lo Statuto del Comune che prescrive che si celebri: é un “dovere”, non una gioia, non una festa “sentita”.

A riprova di ciò, sta la conferma diretta del fatto di “come” sia stata allestita, quest’anno, la sua stessa organizzazione, in sé davvero semplice.

Infatti, abdicando al suo ruolo, disinteressandosene, il Comune, il Sindaco Valeriani, ne ha appaltato interamente ad un’associazione privata esterna, “Spettacolando” (vedi…..),  l’intera gestione ed organizzazione della manifestazione: tutto.

S’intende: in passato la stessa associazione curava la preparazione dei bambini che cantavano e recitavano le poesie; ora, invece, ha avuto l’appalto dell’intera organizzazione del Confuoco. Forse, appunto, perché il Comune non aveva tempo, voglia, capacità per occuparsene. Dedito ad altre più impegnative incombenze, che non organizzare “direttamente” una cerimonia così impegnativa e “complessa” come il Confuoco.Per l’affidamento dell’organizzazione del Confuoco 2017, l’amministrazione di Avio Valeriani ha dato a “Spettacolando” la somma di €1400 (vedi delibera di giunta).

Inoltre, quest’anno é stato conferito l’attestato di “Pietrese dell’anno” ad una persona che non si sa “cosa” abbia fatto durante il corso del 2017, per assurgere a tale titolo. S’intende: abbiamo il massimo rispetto e stima della persona insignita (che non sappiamo, invero, chi sia) deducendolo dai ragguagli elencati nella delibera di conferimento dell’onoreficenza; tuttavia, dagli stessi “ragguagli” deduciamo che,  per i curricula dell’insignito, si tratti di un premio “alla carriera”, al “merito professionale”, più che di un premio distintivo riguardo un comportamento meritorio, un atto, un fatto ascrivibile alla persona premiata, svolto nell’anno 2017, che ne giustifichi e supporti il conferimento stesso.

Per dare “attestati” in questo modo, che “snaturano” completamente l’originaria intenzione con cui il “Pietrese dell’anno” era stato istituito, se ne dovrebbe cambiarne la natura, lo scopo, la motivazione. É per tutto questo che il gruppo consiliare d’opposizione della “Lista Civica dei Pietresi” ha istituito il “Confuochino” proprio, in primis, per riparlare della natura del Confuoco.

L’attestato di “Pietrese distinto dell’anno 2017” attribuito con diploma pergamenaceo su cui sono scritte le motivazioni, a chi, si sia distinto “nel BENE”, o anche nel “MALE” durante l’anno passato, sono la risposta di sapore “goliardico” alle mancanze, allo “svuotamento” dell’essenza delle ragioni del Confuoco che abbiamo narrato fin’ora.

Noi riteniamo che sia pertinente all’opposizione il diritto proprio di “fare” opposizione, sia stimolando, che criticando.

Il diritto alla “satira”, tanto caro alla sinistra, non può essere negato quando non fa comodo o da fastidio.

Il diritto a proporre manifestazioni di critica, di politica, di cultura non può essere né negato, né vietato: almeno in democrazia. Ma Pietra Ligure non é la Corea del nord.

Anche se il solito “cortigiano lecchino” compiacente, dal microfono del Confuoco ha fatto il paragone tra il “festival di Sanremo” ed il “festival di Sanscemo” per deridere ed irridere la manifestazione organizzata dal gruppo consiliare dell’opposizione, noi pensiamo di essere nel pieno diritto di svolgerla e per questo la faremo.

É una questione di “democrazia”: anche se il Sindaco, non vuole, gli dispiace e s’arrabbia.

Mario Carrara (Capogruppo Consiliare Lista Civica dei Pietresi).

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